I rapporti con gli altri leader europei come il presidente francese Emmanuel Macron sono “rapporti politici”, per cui ognuno difende i suoi interessi e per farlo non è certo sufficiente accontentarsi di “stare in una foto”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo in conferenza stampa a Bruxelles sui rapporti con il presidente francese e un suo presunto isolamento a livello Ue.
“Non ho visto questa foto – dice Meloni, ironizzando sul cipiglio ritratto nell’immagine – ma, signori miei, siamo stati lì cinque minuti. Un minuto prima io ed Emmanuel Macron ci siamo stretti la mano davanti agli stessi fotografi. Ci siamo sorrisi, ci siamo stretti la mano: dopo stavamo chiacchierando con Xavier Bettel, il premier del Lussemburgo, su non ricordo quale vacanza che stava facendo in Francia. Tutto si può raccontare, ma sono rapporti normali. Certo, rispetto a chi pensava in passato che la politica estera italiana dovesse essere semplicemente farsi dare la pacca sulla spalla e farsi dire ‘quanto sei bravo’ e, poi, non considerare i tuoi interessi, io penso che gli interessi dell’Italia siano più rilevanti. E quindi credo di doverli difendere, come considero normale che Macron difenda gli interessi francesi che Scholz difenda gli interessi tedeschi, che Sanchez difenda gli interessi spagnoli”.
“Perché questa è la discussione – prosegue Meloni – l’approccio italiano secondo me era sbagliato, quando si riteneva che ‘noi facciamo la foto insieme poi decidete voi’. Io vado un po’ più al sodo, a me interessa il sodo delle cose. A me interessa non la fotografia della Meloni. A me interessa” il fatto che “c’è un’Italia che sa dialogare con tutti. Un’altra cosa”, sulla presunta scelta di stare con i Paesi di Visegrad: “Io – ricorda – sono presidente dei Conservatori Europei e, come fanno tutti i partiti europei, prima delle riunioni del Consiglio Europeo tendenzialmente ci si vede con i primi ministri” della propria famiglia politica, che “nel caso specifico sono Petr Fiala della Repubblica Ceca e Mateusz Morawiecki dalla Polonia. L’avevamo fatto l’altra volta, lo abbiamo fatto ieri. Quindi non si tratta di metodi sempre un po’ presunti bambineschi, ‘allora non mi volete nella foto, allora io vado a parlare coi polacchi’. Non lo so – continua – io neanche a 10 anni ragionavo così. Scusatemi, ma io non ho mai ragionato così in vita mia. Però – nota – i buoni rapporti che io ho in alcune nazioni sono stati utili, qui. Perché quando noi abbiamo sbloccato l’accordo sulla wealth tax che tenevano bloccato Polonia e Ungheria secondo lei – conclude rivolta ad un cronista – chi è stato a sbloccare quell’accordo?”.