Usa, Trump chiama DeSantis ‘Meatball Ron’: “Offese a origini italiane”

(Adnkronos) – Come è suo solito fare con gli avversari politici, Donald Trump sta usando da mesi una serie di soprannomi per attaccare il principale ostacolo per la sua nuova corsa alla Casa Bianca, Ron DeSantis, da ‘Ron DeSanctimonious’ a ‘Shutdown Ron’ in riferimento alle chiusure per il Covid. Ma l’ultimo epiteto che l’ex presidente avrebbe affibbiato al governatore della Florida, supera il segno anche per le sue strategie elettorali da bullo: “Meatball Ron”, Ron Polpetta, con un riferimento ad uno dei piatti più popolari nelle famiglie italoamericane, come quella appunto di DeSantis.  

Da quando il New York Times ha rivelato che Trump sta usando questo nuovo soprannome per il suo possibile, e più temuto avversario, alle primarie repubblicane, per il momento solo tra amici e consiglieri per ‘testarne’ l’efficacia, molti pensano che questo sia un’offesa alle origini italiane del governatore.  

“Meatball è un’offesa usata contro gli italoamericani”, scrive oggi il Daily Beast, ricordando che tutti gli otto bisnonni di DeSantis sono arrivati negli Usa dall’Italia. Per il New York Magazine, l’epiteto potrebbe essere un attacco “alla sua provenienza etnica”, ma anche alla sua “intelligenza ed alla sua corporatura” robusta. 

Anche dai social arrivano critiche e proteste: “Considerata la sua origine italiana, l’utilizzo da parte di Trump del soprannome ‘meatball’, è un insulto etnico”, scrive Bill Mitchell, chiedendo alla campagna di Trump di smentire che l’ex presidente usi questo epiteto in privato con gli amici.  

E in effetti nelle scorse ore è arrivato, su Truth Social, il post di Trump che liquida come “fake news” l’articolo del New York Times, in particolare riguardo al fatto che lui spenderebbe una considerevole quantità di tempo testando con amici e consiglieri il soprannome da dare all’avversario. E ritorna ad usare il vecchio soprannome “Ron DeSantimonious” che gli sarebbe arrivato “senza neanche pensarci”.  

In effetti la creazione dei soprannomi con cui martellare gli avversari è stata una componente importante delle campagne elettorali di Trump nel 2016 e nel 2020. Sei anni fa iniziò con i repubblicani che a sorpresa stracciò alle primarie: “Low-Energy Jeb”, per Jeb Bush, “Lyin’ Ted”, Ted Cruz bollato come bugiardo, “Liddle Marco”, per Marco Rubio. Poi ovviamente ci fu la lista degli epiteti offensivi per Hillary Clinton, bollata come “crazy Hillary” e “Crooked Hillary”, pazza e imbrogliona. E poi nel 2020 fu la volta di ‘Sleepy Joe’, l’addormentato per sottolineare l’età avanzata dell’avversario democratico Biden.  

(Adnkronos)