L’efficacia del vaccino Pfizer contro il covid è diminuita nell’arco di 6 mesi, passando dall’88% registrato un mese dopo le due dosi al 47% dopo 6 mesi. Tuttavia l’efficacia vaccino contro i ricoveri per tutte le varianti, inclusa Delta, è rimasta alta (al 90%) per almeno 6 mesi. E’ il dato che emerge da uno studio del consorzio Kaiser Permanente e di Pfizer, pubblicato su ‘The Lancet’. In un’analisi specifica, i ricercatori hanno scoperto che queste riduzioni di efficacia contro le infezioni nel tempo sono probabilmente dovute proprio al declino dell’effetto scudo, non alla variante Delta che sfugge alla protezione del vaccino.
Questi risultati, concludono gli esperti, sottolineano “l’importanza di aumentare i tassi di vaccinazione in tutto il mondo e di monitorare l’efficacia del vaccino nel tempo per determinare quali popolazioni dovrebbero avere la priorità per i richiami”. I risultati comunicati dagli autori del lavoro sono coerenti con i report preliminari dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) e del ministero della Salute israeliano, che hanno riscontrato riduzioni nella protezione dal contagio dopo circa 6 mesi.
“Il nostro studio conferma che i vaccini sono uno strumento fondamentale per controllare la pandemia e rimangono altamente efficaci nella prevenzione di malattie gravi e ospedalizzazione, anche da Delta e altre varianti di preoccupazione – afferma l’autrice principale, Sara Tartof, del Dipartimento di ricerca e valutazione della Kaiser Permanente della California meridionale – La protezione contro l’infezione diminuisce nei mesi successivi a una seconda dose. Sebbene questo studio fornisca la prova che l’immunità diminuisce per tutti i gruppi di età che hanno ricevuto il vaccino, il Comitato consultivo dei Cdc sulle pratiche di immunizzazione ha richiesto ulteriori ricerche per determinare se il richiamo dovrebbe essere reso disponibile a tutti i gruppi d’età idonei per questo vaccino”.
“In linea con le recenti raccomandazioni Fda e Cdc – prosegue Tartof – le considerazioni” in relazione alla terza dose “dovrebbero tenere conto della fornitura globale di vaccini Covid, poiché le persone in molti Paesi del mondo non hanno ancora ricevuto le vaccinazioni primarie”.
I ricercatori hanno analizzato 3,4 milioni di cartelle cliniche elettroniche del sistema sanitario Kaiser Permanente Southern California (Kpsc) tra il 4 dicembre 2020 e l’8 agosto 2021, per valutare l’efficacia del vaccino Pfizer/BioNTech contro le infezioni da Sars-CoV-2 e il ricovero in ospedale correlato a Covid. Durante il periodo di studio, il 5,4% delle persone è stato infettato. Tra i contagiati, il 6,6% è stato ricoverato. In media questo succedeva tra i 3 e i 4 mesi da quando il soggetto era stato completamente vaccinato.
Per quanto riguarda nello specifico la variante Delta, la percentuale di casi positivi attribuiti al mutante è aumentata dallo 0,6% nell’aprile 2021 a quasi l’87% entro luglio 2021, confermando che Delta era diventata dominante negli Stati Uniti. L’efficacia del vaccino contro le infezioni da Delta un mese dopo due dosi era del 93% ed è scesa al 53% dopo 5 mesi. L’efficacia contro altre varianti (non Delta) un mese dopo è stata del 97% ed è scesa al 67% dopo 4 mesi. L’efficacia contro i ricoveri correlati a Delta è rimasta elevata (93%) per la durata del periodo di studio.