Variante Delta si diffonde sempre di più. A livello globale sono 85 i Paesi che ne hanno segnalato la presenza sui loro territori di cui sei si sono aggiunti di recente alla lista come segnala l’Organizzazione mondiale della sanità nel suo aggiornamento settimanale. “La variante Delta è significativamente più trasmissibile rispetto alla variante Alpha e si prevede che diventerà un lignaggio dominante se le tendenze attuali continueranno”, segnala l’Oms spiegando che il 10 giugno ha convocato una seconda consultazione globale sulle varianti di preoccupazione e sul loro impatto sugli interventi di sanità pubblica, come parte delle attività per coordinare la risposta globale al virus.
Secondo gli esperti, è prevista una continua evoluzione di Sars-CoV-2 e questo “richiede un rafforzamento della sorveglianza epidemiologica e genomica”. In risposta, il gruppo di lavoro su questo fronte “sta per essere formalizzato come Technical Advisory Group on Sars-CoV-2 Virus Evolution (Tag-Ve), istituito per monitorare nuove mutazioni e varianti, valutarne il potenziale impatto sulla salute pubblica e identificare e coordinare rapidamente il riempimento delle lacune della ricerca relative alla trasmissibilità, gravità e neutralizzazione”.
L’agenzia Onu per la salute ha acceso un faro sulle 4 varianti che preoccupano, e si sta ultimamente concentrando in particolare sulla variante Delta che continua ad essere segnalata in nuovi Paesi costantemente, in tutte le regioni dell’Oms, 11 nuovi Stati nelle ultime due settimane si sono aggiunti all’elenco di chi l’ha trovata sul proprio territorio. Per quanto riguarda le altre, la variante Alpha (nuovo nome del mutante scoperto in Gb) resta ancora quella identificata in più Paesi, territori o aree (170), la Beta (stanata originariamente in Sudafrica) in 119, la Gamma (vista per la prima volta in Brasile) in 71 Paesi.
Nuove evidenze sono state pubblicate sulle caratteristiche della variante Delta. Uno studio di Singapore ha mostrato che l’infezione con questo mutante sarebbe associata a maggiori probabilità di fabbisogno di ossigeno, ricovero in unità di terapia intensiva o morte. Anche gli indicatori per la polmonite erano più alti. Inoltre i parametri indicano una possibile maggior carica virale nei campioni.
Nell’ambito della consultazione portata avanti dall’Oms il messaggio chiave è dunque che: gli interventi di sanità pubblica in atto per Covid, comprese le misure sanitarie e sociali e i vaccini sono ancora efficaci contro le attuali varianti di preoccupazione (varianti Alpha, Beta, Gamma e Delta). Poiché diversi vaccini sono in uso e in fase di sviluppo, “è necessario un processo decisionale coordinato sulla modifica e l’amministrazione di questo strumento”, spiega l’Oms. “Un nuovo gruppo consultivo tecnico esaminerà le prove disponibili e fornirà raccomandazioni sulle modifiche del vaccino, se necessarie”.
“Dal punto di vista dei regolatori dei vaccini e degli 11 sviluppatori di vaccini che hanno condiviso i loro piani durante la consultazione – informa infine l’ente – sono in corso lavori per valutare la necessità di potenziare i vaccini attuali. Se e quando questo dovesse diventare necessario, sarà importante si continui a lavorare in modo collaborativo. Inoltre, qualunque sia la strategia utilizzata (una dose di richiamo o un vaccino specifico per variante), dovrebbe indurre ampia protezione. Data la prevalenza differenziale delle varianti, la disponibilità del vaccino e i tassi di vaccinazione, potrebbe essere necessaria l’attuazione di un approccio di vaccinazione ‘mix and match'”.