Vaticano, Becciu: “Mai manipolato nessuno, tantomeno il Papa”

(Adnkronos) –
“Non sono un manipolatore. Non ho mai manipolato nessuno tantomeno il Papa”. Lo ha sottolineato il cardinale Angelo Becciu, imputato nel processo in Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese nel corso di una dichiarazione spontanea con la quale ha risposto al carteggio tra lui e il Papa, depositato dal Promotore di Giustizia Diddi la scorsa settimana.  

Becciu, in una lettera depositata agli atti, fa poi presente che sarebbe stato il Papa a proporgli di stendere delle dichiarazioni, in vista del processo, da firmare, cosa poi non avvenuta, e non il contrario: “Santo Padre, è stato bello sentirLa ieri e saperLa gioioso pur nella immancabile sofferenza del post-operatorio. Come mi ha chiesto, Le invio le due dichiarazioni da firmare quanto prima perché dovrò depositarle in Tribunale. Circa il Segreto di Stato mi permetto di ricordarLe, le motivazioni che lo giustificano in caso di riscatto di un ostaggio (come vedrà, nella dichiarazione non menziono la parola ostaggio, ma operazione umanitaria, per evitare ogni sospetto). Per i suddetti motivi La supplico di voler ben accogliere la presente richiesta che oltre ad onorare la verità dei fatti andrebbe a beneficio della Santa Sede”.  

Nella dichiarazione spontanea, Becciu ha detto: “Per evitare che una ricostruzione incompleta e priva della necessaria contestualizzazione possa dar forma a strumentalizzazioni, vengo al carteggio in questione. Si era nei giorni, per me sconvolgenti, appena successivi alla formalizzazione delle accuse nei miei confronti, accuse che oggi come ieri respingo con forza, perché infondate, consapevole della mia assoluta innocenza. Ero, ancor più intensamente di oggi, prostrato da questa dolorosa prova e dal contatto con un mondo – quello giudiziario – a me del tutto ignoto nei suoi freddi tecnicismi. Fermo, in me, l’assoluto proposito di non coinvolgere il Papa nella vicenda processuale, vi era, tuttavia, la necessità di provare due fatti effettivamente accaduti, che vedevo ricostruiti in modo completamente errato nell’atto di citazione a giudizio”.  

“Per questi fatti, segreti o comunque riservati, nessun altro – oltre il Papa – ha osservato Becciu – ne era dettagliatamente a conoscenza. Eccoli: Primo fatto: l’autorizzazione all’operazione umanitaria, connaturata da esigenze di segretezza tali da aver fatto apporre, all’origine, il segreto pontificio (dal quale il Santo Padre mi ha dispensato soltanto il 22 marzo 2022); 2) Secondo fatto: l’autorizzazione a sottoporre la proposta di acquisto del Palazzo di Sloane Avenue, avanzatami dall’on. Innocenzi Botti, al vaglio di P. Guerrero, allora Prefetto della SpE, e del Cardinal Parolin, Segretario di Stato. Erano i giorni in cui il Santo Padre era stato dimesso dall’Ospedale e Gli avevo chiesto udienza per confrontarmi in ordine all’esposizione delle due vicende che Lo coinvolgevano direttamente”.    

“Non potendomi ricevere, Egli stesso, nella giornata del 19 luglio 2021, mi chiamò al telefono Gli rappresentai la mia necessità di provare il vero. Non di avere giustificazioni di comodo, ma solo la Verità. Egli – spiega Becciu – mi chiese di mettere per iscritto quanto ritenevo dovesse essere dichiarato per ricostruire la Verità. Si badi bene, non fui io a proporlo, ma fu Lui a richiedere di formalizzare tali informazioni per iscritto. Tanto feci, il giorno seguente, con la lettera del 20 luglio 2021. Lettera, signor Presidente, che il Promotore non ha depositato! E che pertanto sono costretto a depositare io, a beneficio della Verità”. 

Becciu, nella sua dichiarazione spontanea, ha quindi detto di trovare “incomprensibile, per non dire ingiustificato il comportamento processuale del Promotore, il quale, nello scegliere di divulgare corrispondenza privata fra me e il Santo Padre, ha ritenuto di farlo in maniera parziale, omettendo di disvelare al Tribunale la mia prima missiva, quella del 20 luglio 2021, di cui ho appena parlato e dalla quale si evince chiaramente che io, con lo scrivere al Santo Padre, mi accingevo ad esaudire una Sua richiesta. Mi sembra logico che se si decide di coinvolgere direttamente il Santo Padre, allora credo sia doveroso ricostruire i fatti in maniera completa. Ed ecco perché, quindi, deposito la prima lettera”.    

La lettera depositata contiene degli omissis . “Voglio chiarire le ragioni: – ha detto Becciu – si tratta di indicazioni sensibili, concernenti l’operazione umanitaria, non strettamente necessarie ai fini processuali. Pertanto, ritengo opportuno, per sensibilità istituzionale e a tutela della Santa Sede, non diffonderle. E anche in ragione di quei contenuti omissati che avevo ritenuto di non rendere pubblica tale corrispondenza. Ne ho comunque una copia priva degli omissis, qualora il tribunale ritenesse di doverla quantomeno visionare o acquisire. Fu grande il mio stupore nel ricevere la risposta del 21 luglio 2021, esattamente il giorno seguente. In essa, notai uno stile e una terminologia non consuete per il Santo Padre, i cui toni ben conosco per i 5 anni di diuturna collaborazione come Sostituto. Inoltre, pur venendo riaffermati i punti centrali della ricostruzione, si forniva una descrizione degli eventi, e soprattutto delle forme, in totale contrasto con il colloquio del 19 luglio, nel quale Egli stesso mi invitò a far pervenire tali dichiarazioni aventi proprio quel contenuto. Così quando lessi nella risposta del 21: ” riscontro la Sua lettera del 20 luglio che mi ha sorpreso’, rimasi disorientato. Mi aveva espressamente invitato a scriverGli e poi leggo che l’avevo sorpreso. Non riuscivo davvero a comprendere cosa stesse accadendo. Nel leggere poi anche il secondo scritto, quello del 26 luglio 2021, rimasi ancor più disorientato, perché non riconoscevo il Santo Padre in quelle poche righe. Il contenuto era ben lontano da quanto ricordato insieme a voce”.   

“Questi, e non altri,- ha spiegato Becciu nella dichiarazione spontanea- Signor Presidente, i reali accadimenti che determinarono il carteggio in parola, da me mai prodotto nel processo, nonostante le insistenze del Promotore, per la scrupolosa tutela del Santo Padre e della Sede Apostolica, che ho sempre cercato e cerco di proteggere con ogni mia residua energia. Spero che questi chiarimenti possano aiutare il Tribunale nella più equa ricostruzione della verità”. 

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