“No a nuove restrizioni con pochi ricoveri”. Luca Zaia, governatore del Veneto, ha commentato cosìl’ipotesi di un cambio di fascia di rischio – da zona bianca a zona gialla con regole e divieti – per le regioni, in caso di un aumento dei contagi da coronavirus. “Di fronte ad un aumento del numero di casi asintomatici che è il fenomeno di questi giorni non possiamo pensare a misure di sanità pubblica come quando le strutture ospedaliere erano al collasso. Oggi in Veneto abbiamo solo 249 ricoveri di malati Covid di cui 16 in terapia intensiva”, ha tenuto a spiegare Zaia nel corso del punto stampa.
“Questa settimana” in Veneto “potremmo avere un’incidenza di 25-30 casi ogni 100.000 abitanti ma non siamo preoccupati” visto il numero di tamponi che vengono effettuati. L’eventuale zona gialla, secondo le regole attuali, scatterebbe con un’incidenza superiore a 50 casi per 100.000 abitanti.”A noi interessa l’ospedalizzazione, che è il vero parametro. Lo scenario è oggettivamente cambiato, qualche riflessione va fatta e bisogna capire che sono cambiati molti fattori”, ha detto ancora. “Davanti ad un fenomeno che oggi è sostanzialmente rappresentato da asintomatici non possiamo pensare che possano scattare misure di sanità pubblica tipiche di contesti in cui gli ospedali erano al collasso. Oggi la situazione in ospedale è assolutamente sostenibile”, ha proseguito.
“E’ innegabile che lo scenario sia cambiato nuovamente, questa è materia di scienziati. Oggi ci si infetta con maggiore velocità ma si va meno in ospedale: questo non significa certo ‘liberi tutti’. C’è il rischio di grandissimi numeri che abbiano effetti sull’ospedalizzazione, c’è il rischio per i non vaccinati, che possono finire in terapia intensiva. E c’è poi il rischio di quarantene, secondo il piano nazionale di sanità pubblica, rischiamo di chiudere un paese per una mole paurosa di asintomatici”, ha detto prima di soffermarsi sulla variante Delta. “Arriveremo al 70% di variante Delta sui positivi. Abbiamo proiezioni su tassi di ospedalizzazione più bassi rispetto al passato. Abbiamo la certezza che spingendo con le vaccinazioni possiamo mettere in sicurezza la popolazione: l’ospite ideale del virus è nella fascia 15-24 anni, con effetti per fortuna diversi rispetto a quando il virus colpiva soprattutto gli over 60. è una materia delicata perchè la vaccinazione è su base volontaria, i minorenni sono anche sotto tutela dei genitori: e ogni famiglia deciderà come comportarsi e se vaccinare o meno i propri figli”.