PEGOGNAGA – «Un disastro». E’ il severo giudizio sulla riforma sanitaria della Regione Lombardia emesso nel dibattito, moderato dall’ex parlamentare e segretario del Circolo locale del Pd Marco Carra, organizzato a Pegognaga dal Coordinamento dem del Basso Mantovano, con relatori i consiglieri regionali Antonella Forattini Pd e Andrea Fiasconaro M5s, Viola Messori consigliere comunale di RiAttiviamo Pego, presenti amministratori, sindacalisti e pubblico della Bassa.
Il tema “La salute prima di tutto – Riformare la sanità regionale e spendere meglio i fondi PNRR”. In sintesi, relatori e intervenuti dalla sala hanno tutti accusato la Regione di abbandono sanitario del territorio.
Carra ha evidenziato come le scelte politiche abbiano penalizzato la sanità, e ha perciò sottolineato l’importanza di «stabilizzare il rapporto con Cinque Stelle». Forattini ha aggiunto: «Abbiamo fatto un lavoro di squadra con Fiasconaro», col quale si è giunti alla conclusione che «La riforma è una non-riforma in quanto non inserisce alcunché d’importante. Infatti Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, n.d.r) fa un lungo elenco di criticità, in quanto la medicina del territorio è stata completamente smantellata». Sennonché per Forattini, in Regione «non c’erano margini di confronto per la chiusura totale della maggioranza (di centrodestra, n.d.r) alle nostre proposte». Così «ci siamo concentrati sugli emendamenti», 540 per l’esattezza, puntando sulla richiesta di ripristino dell’Ats in Mantova, distinta da Cremona. Circa la medicina del territorio il progetto regionale prevede l’istituzione di Case di Comunità, comprendenti medici di base, pediatri, diagnostica, punto prelievi, e gli Ospedali di Comunità con 20 posti letto ed infermieri di famiglia.
«La preoccupazione è la carenza di professionisti – contina Forattini – Bisogna ragionare in termini di rete e di area vasta. La riforma non riesamina il rapporto pubblico-privato».
«Tre le proposte di M5s: Ats unica per la gestione amministrativa e programmatica del territorio; Case e Ospedali della Salute; riequilibrio del rapporto pubblico-privato» dichiara Fiasconaro. Inoltre condivisione del documento firmato dai sindaci di tutti i partiti, che affronta tutti i temi sanitari. Viola Messori ha focalizzato l’intervento sulle criticità locali. Giunta con due ore di ritardo l’on. Sandra Zampa, consigliera del ministro Roberto Speranza, imbottigliata nel traffico sulla Bologna-Modena.
«Basta bandierine!» interviene Antonio Lui, vicesindaco di Pegognaga, nel dibattito Pd. «Il problema carenza medici – continua – sussisteva già prima del Covid. Come si fa a non prevederlo già a livello nazionale? A Suzzara, con l’istituzione di Socialis prevale la sinergia della volontà dei sindaci nella ricerca di soluzioni ai problemi, non il colore politico, non il voler mettere bandierine Il Paese sta invecchiando, non si possono proporre modelli territoriali di 40mila abitanti, devono essere adeguati alle varie realtà». «Sfonda una porta aperta ribatte Forattini – Purtroppo non si può parlare di Sistema Sanitario Nazionale, perché ogni Regione si comporta in maniera diversa». L’ex primario otorino Nicola Taurozzi sottolinea: «E’ mancata l’integrazione tra ospedale e territorio. Necessita separare i ruoli tra Ats e Asst. La legge regionale sperimentale del 2015 non ha garantito la salute globale e nemmeno quella ambientale. Circa la riforma, giusto Agenas impone a Regione Lombardia di riorganizzare tutto il sistema sanitario. Il Privato deve integrare il Pubblico, non sostituirlo. Occorre puntare su una governance locale, su un’Asst inclusiva dei dipartimenti assegnati invece ad Ats, che penalizza Mantova rispetto a Cremona». Marisa, volontaria di assistenza sanitaria, spazientita, interviene «Qui si sono fatte esposizioni catastrofiche; noi siamo in balia delle onde. C’è un ostruzionismo in Regione che non tien conto delle reali esigenze dei cittadini. Propongo di aderire alla Regione Emilia».
Riccardo Lonardi