MANTOVA – La siccità non molla la presa e sono in arrivo a breve possibili misure straordinarie. A lanciare l’allarme sono il Consorzio del Mincio, Territori del Mincio e Garda Chiese.
“Anche a seguito dell’incontro avuto con il presidente della Provincia Carlo Bottani siamo ulteriormente allarmati per gli interventi che possono essere propedeutici al trasferimento diretto delle acque dal Garda al Po – dice Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio del Mincio -. La Comunità del Garda è preoccupata da tempo e insieme a noi, si oppone a prelievi smodati e non condivisi che vedono un contingentamento dell’acqua, questo nuovo scenario rischia di metterci nelle condizioni di dover prendere imminenti decisioni drastiche e impopolari. Siamo gli unici che hanno avuto la possibilità di irrigare dal 5 aprile ad oggi, questo grazie ad un piano che già da settembre del 2021 abbiamo messo in atto, ricordo inoltre che le nostre concessioni vanno dal 1 aprile al 30 settembre e non tutto l’anno, come avviene per altri Consorzi. Il risparmio idrico messo in atto costantemente negli anni è dovuto alla sinergia tra i Consorzi, Aipo e la Comunità del Garda, speriamo in ogni caso di trovare soluzioni adeguate”.
A farne le spese potranno dunque essere gli agricoltori del bacino idrico dei consorzi Territori del Mincio e Garda Chiese, gli impianti idroelettrici e gli utenti dell’asta del Mincio.
“Abbiamo organizzato un incontro per lunedì pomeriggio prossimo con le organizzazioni agricole e gli stakeholder dell’acqua – dicono coralmente Elide Stancari e Gianluigi Zani, rispettivamente presidenti dei Territori del Mincio e Garda Chiese – per poter condividere insieme le criticità del percorso che dovremo affrontare a causa della siccità. Sarà una decisione dolorosa per il mondo agricolo anche perché arriva in piena stagione irrigua con rischi di grosse difficoltà visti i livelli del lago di Garda”.