KENYA – Paolo Camellini, 50enne imbianchino originario di Goito, è stato condannato in Kenya all’ergastolo con l’accusa di aver violentato il figlio adottivo di tre anni della ex moglie keniana. Lo riferisce il quotidiano Daily Nation precisando che Camellini era stato arrestato il 16 febbraio a Kisumu, nella regione del Lago Vittoria nel nord-ovest del Paese, su denuncia dell’ex moglie keniana dopo che l’uomo aveva fatto visita al bambino il giorno prima. Il giudice del tribunale di Kisumu ha stabilito che Camellini, il quale ha sempre negato l’accusa, sarà detenuto a vita nel carcere di massima sicurezza di Kodiaga, scrive il sito del giornale.
“È una sentenza assurda – racconta all’ANSA la sorella Federica, che vive a Brescia – Paolo non sarebbe in grado di compiere un atto del genere, in più è molto affezionato a quel bambino, così come lui a mio fratello. Ci ha chiamato dal Kenya il 18 febbraio dicendo che lo accusavano di qualcosa che non aveva commesso, ma era convinto di potersela cavare in poco tempo”.
Camellini e la donna si erano conosciuti 10 anni fa e si erano sposati legalmente in Italia sei anni fa. In seguito si sono separati e la donna è tornata in Kenya, anche se Camellini l’ha sempre mantenuta, anche quando ha scoperto che lei aveva adottato il piccolo. Camellini ha raccontato che ultimamente si erano riconciliati e che tornava spesso in Kenya a trovare la ex moglie e il bambino.
L’avvocato Isaac Odero, che segue il caso ed è in contatto costante con l’Ambasciata Italiana e Nairobi, ha spiegato all’Ansa che non il medico non ha dato dettagli convincenti sugli eventuali danni subiti da bambino e che non è stato consegnato nessun esame del dna a sostegno di questa tesi, per cui, è convinto di poter ribaltare la sentenza.