Fake news Covid, Savoia (Harvard): “E’ industria con profitti enormi, va fermata”

(Adnkronos) – Prima la pandemia di Covid e oggi la guerra in Ucraina. Le grandi emergenze, sanitarie o geopolitiche, diventano il bersaglio “dell’industria della disinformazione che genera profitti enormi. I cittadini devono sapere cosa c’è dietro le fake news sui vaccini anti-Covid o sul Sars-CoV-2: c’è una realtà che ha ormai connotati industriali, finanziari e politici. P
er contrastare questo fenomeno e provare a fermarlo serve la strategia del ‘debunking’, educare il grande pubblico al fatto che queste persone speculano sulle emozioni per convincerli usando post sui social o podcast. Questo lavoro di contrasto non è facile e le istituzioni dei singoli Stati non hanno le risorse necessarie. Serve una collaborazione allargata e un impegno comune”. A parlare all’Adnkronos Salute è Elena Savoia, medico e ricercatrice dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health, in Italia per partecipare venerdì a Venezia all’evento promosso dall’Università Ca’ Foscari, ‘Coalized Efforts to Manage Infodemics & Tackle Misinformation’.  

Quali strumenti abbiamo per fermare questa industria della disinformazione? “Ci sono ad esempio le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, a cui abbiamo collaborato anche noi di Harvard – risponde Savoia, vice direttore Emergency Preparedness, Research, Evaluation & Practice Program (Eprep) – Al Forum di Venezia riuniamo i responsabili della comunicazione e degli uffici stampa delle istituzioni di diversi Paesi, ricercatori e anche società come Google e Meta. E’ fondamentale la collaborazione. Quando comincia a circolare la disinformazione, occorre muoversi compatti e poi occorre pensare in anticipo a quali potranno essere i problemi da affrontare anche 3-6 mesi prima. Bene muoversi per l’emergenza, ma meglio se riusciamo ad anticiparla”.  

Sulla questione dei vaccini anti-Covid e l’arrivo di booster aggiornati per la campagna vaccinale in corsa, Savoia vede nel medico di famiglia il riferimento per comunicare al meglio al cittadino cosa deve fare. “Il medico di base – sottolinea – conosce il profilo di rischio del suo assistito e può pesare il rischio-benefico del vaccino. Meglio una conversazione con il dottore che capire da soli cosa fare”.  

(Adnkronos)