Per contrastare il caro bollette, nell’Ue a 27 solo gli esecutivi di Germania e Francia hanno stanziato in termini assoluti più risorse di quelle messe in campo dal governo Draghi. Se tra settembre 2021 fino ad ora Berlino ha approvato una spesa in più anni pari a 264,2 miliardi di euro, Parigi, invece, ha destinato 71,6 miliardi, mentre il governo Draghi ne ha erogati 62,6 miliardi. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati Bruegel, da cui emerge come famiglie e imprese tedesche potranno beneficiare su un ammontare complessivo di aiuti pari al 7,4 per cento del Pil.
In rapporto al Pil, l’unico Paese che precede i tedeschi è Malta (7,7 per cento). Seguono appunto la Germania (7,4), la Lituania (6,6), la Grecia (5,7) e i Paesi Bassi (5,3). In termini complessivi, in questo ultimo anno i 26 paesi dell’Ue (non sono disponibili i dati dell’Ungheria) hanno messo a disposizione di famiglie e imprese 566,2 miliardi di euro, pari al 3,9% del Pil europeo.
Per contrastare il caro bollette, continuna la Cgia, il governo Meloni potrebbe disporre per questo ultimo scorcio del 2022 di un importo non superiore a 15 miliardi di euro, di cui 10 lasciati in “eredità” dall’esecutivo Draghi e altri 5 che dovrebbero giungere dall’Ue. Bruxelles, infatti, potrebbe consentire ai singoli paesi di recuperare i fondi strutturali 2014-2020 non ancora spesi o non impegnati in modo vincolante. Se, come probabile, il nuovo governo estenderà anche per il prossimo mese di dicembre le misure approvate con il decreto Aiuti ter (costo di circa 5 miliardi di euro), a nostro avviso gli altri 10 miliardi a disposizione sono certamente rilevanti, ma non sufficienti a sterilizzare in misura significativa gli extra costi che famiglie e imprese saranno chiamate a sostenere in questa ultima parte dell’anno.