Fondirigenti, ecco ‘Cyber readiness level’ per sostenere risposta attacchi informatici

(Adnkronos) – Denial-of-service and distributed denial-of-service. Man-in-the-middle. Phishing and spear phishing. Drive-by. Sono questi i più diffusi, e spesso sconosciuti, attacchi informatici che ogni anno aggrediscono miliardi di device, cloud e reti. Difendersi richiede un approccio multilivello che parte dallo scegliere password complesse e arriva all’identificazione di attacchi e risposte efficaci.  

Alle imprese serve una struttura di difesa sempre più costosa, ma non sempre adatta alle esigenze specifiche di ogni azienda. Da questa pluralità crescente di necessità, è nato ‘Cyber’, un progetto di Fondirigenti, il fondo interprofessionale leader in Italia per la formazione continua dei dirigenti, con 14 mila imprese aderenti e 80 mila manager, realizzato con Fondazione Piemonte Innova e promosso dall’Unione Industriali di Torino e Federmanager Torino/Apdai.  

Negli otto mesi di lavoro dell’iniziativa, venti pmi guidate da esperti di cybersecurity e di processi organizzativi hanno collaborato per identificare e poi standardizzare i fabbisogni in tema di cybersecurity, di fronte a minacce sempre più sofisticate. Il risultato di questo lavoro è il Cyber Readiness Level, un questionario strutturato su 5 aree tematiche (protezione, gestione e tecnologie, organizzazione e processi, compliance e normative, fattore umano) per un totale di 25 domande, con l’obiettivo di comprendere il livello di sicurezza aziendale e fornire delle indicazioni pratiche sulle aree dove è necessario implementare le difese.  

Lo strumento fornisce anche una serie di buone pratiche, competenze, strumenti e metodi da adottare, veicolati alle imprese tramite infografiche e video-pillole, per prevenire e sostenere la capacità di risposta e di resilienza ad attacchi cyber.  

“Fondirigenti, in linea con le priorità definite dal Pnrr, ha investito nel progetto Cyber con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e le competenze dei dirigenti in materia di sicurezza dei dati”, spiega Massimo Sabatini, direttore generale di Fondirigenti.  

“L’indagine ha evidenziato l’importanza dell’educazione alla cybersecurity e la necessità di una formazione mirata sul tema rivolta anche al top management. La diffusione della cultura della sicurezza e il fattore umano, oltre alle dotazioni tecnologiche, sono fondamentali per affrontare proattivamente i rischi di attacchi informatici. Un aiuto concreto ai manager nell’identificare i propri fabbisogni viene dal modello di autoanalisi aziendale proposto dal progetto”, continua.  

“La cybersicurezza è un tassello fondamentale della trasformazione digitale -sottolinea Massimiliano Cipolletta, presidente di Fondazione Piemonte Innova- e sempre più una necessità in tutti i settori; non deve essere appannaggio esclusivo di una comunità specializzata di esperti informatici, bensì deve essere integrata in tutti gli ambiti, incluse le pmi. Grazie a questo progetto abbiamo voluto sostenere le imprese, in particolare le pmi che sono le più esposte, verso un’articolata evoluzione culturale e progettuale per dotarsi di strumenti e competenze adeguate ad assicurare la protezione dei loro dati, processi e asset. Un approccio che coinvolge l’intera cultura aziendale, un modello fatto di azioni concrete e buone pratiche da mettere in atto prima, durante e dopo un potenziale attacco”. 

Il questionario è stato testato presso le aziende partecipanti all’iniziativa, mentre alla base del progetto ci sono le risposte arrivate da un’indagine sul tema della cybersecurity a cui hanno risposto oltre cento aziende, prevalentemente pmi piemontesi. Dai risultati emerge un livello di sicurezza aziendale medio per una impresa su due (44%), dove i motivi che muovono le imprese a investire in cybersecurity sono ancora di natura esterna: il rispetto delle normative (46%) oppure l’evidenza, per chi li ha affrontati, di attacchi (32%) o eventi avversi (42%) sono il motore principale. Secondo le aziende interpellate, cybersecurity vuol anche dire controllo e verifica periodica dei sistemi (61%), aggiornamento tecnologico (58%) e una cultura aziendale orientata alla sicurezza (57%). Di qui la necessità di una formazione diffusa, che coinvolga anche in azioni specifiche di formazione, il top management oltre che i profili tecnici.  

“I fabbisogni censiti da Cyber -conclude il direttore Massimo Sabatini – forniscono preziosi input alla definizione dei futuri avvisi di Fondirigenti, che da tempo ha messo al centro della propria azione la digitalizzazione e la sicurezza informatica. Abbiamo dedicato alla cybersicurezza specifiche linee di finanziamento con l’Avviso 1/2022 (sulla transizione resiliente), che ha evidenziato una robusta domanda di formazione sul tema. Con l’Avviso 2/2022 appena pubblicato (dedicato alla leadership femminile) ci aspettiamo una conferma delle tendenze positive già registrate a riprova della crescente centralità strategica della cybersicurezza nelle scelte delle imprese e del management”.  

(Adnkronos)