Manovra, Calenda: “Meloni va aiutata, chiediamo un incontro”

(Adnkronos) – “Chiediamo un incontro alla Meloni. Questa manovra è pericolosa in questo momento, non ha una visione. Ma la presidente del Consiglio è nuova, pensiamo vada aiutata, non solo contestata. Le chiediamo un incontro per rivedere i numeri, perché così la manovra non funziona”. Lo ha detto Carlo Calenda presentando le proposte del Terzo polo sulla legge di Bilancio.  

“Meloni penso sia molto capace e intelligente, pur con idee molto diverse dalle mie, mi aspetto che raccolga uno stimolo molto strutturato. Se poi vuole andare avanti con il ‘siamo pronti’ vada avanti finché non prende un muro in pieno”, ha detto ancora il leader di Azione.  

“Questo – ha aggiunto Calenda – è il governo della Lega, dalla flat tax alle Ong, non c’è una proposta della Meloni, che era troppo impegnata a dire che non è fascista che si è persa cosa propone per l’Italia, che è fondamentale. La trasformazione del governo in un governo Salvini sarà un Armageddon per il Paese, non è quello che vuole la Meloni”.  

“Nella manovra da 35 miliardi – ha continuato – 21 vengono dal deficit, 3 dalla tassa sugli extraprofitti e gli altri 11 come li coprono? Qualcuno lo ha spiegato? Sono aumenti di accise, di tasse? Alla fine succederà quello che è sempre successo, cioè che la pressione fiscale aumenterà complessivamente”. 

E sulle manifestazioni indette dall’opposizione, Calenda è chiaro: “A me interessa quali sono le controproposte del 5 stelle e del Pd, delle manifestazioni sulla manovra non me ne può fregare ‘de meno’, se non spieghi cosa faresti. Questa è la garanzia di avere la Meloni per 350 anni”. 

“Questa manovra è demenziale, la puoi smontare, perché non lo fanno? Partiamo dalla nostra proposta, se poi vogliono andare in piazza vadano”, ha aggiunto il leader del Terzo polo, che ha continuato: “Sul Lazio mi pare si vada su D’Amato, ma ogni giorno quelli del Pd chiedono a Conte, che dice no e loro richiedono. E’ diventato un corteggiamento. Converrebbe che il Pd cominciasse a scappare anziché presentarsi ogni giorno con un mazzo di fiori e quelli glielo tirano in testa”. 

“Nel Pd non rispondono, non si sa con chi parlare, parlano solo del Congresso – ha proseguito il leader di Azione -. Per noi con il Pd si può collaborare ma sui temi, noi siamo pronti ma se rispondono chiediamo un appuntamento a Conte. Zingaretti, poi, anche per dignità, se ne faccia una ragione, Conte non lo vuole incontrare. Il grande punto di riferimento dei progressisti rinnega il suo amico e padrino”.  

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