(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – “Non mi spaventa difendere Matteo Messina Denaro, per me è un imputato come tutti gli altri. Sono tranquilla”. Ma le mani e la voce tremante tradiscono le parole dell’avvocata Adriana Vella. La scelta della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta per difendere d’ufficio il boss Messina Denaro è caduta su di lei. Dopo due rinunce consecutive, il capomafia detenuto all’Aquila, ha adesso un difensore. Seppure d’ufficio. Sarà lei, Adriana Vella del foro di Caltanissetta, a dovere fare la discussione nel processo d’appello che vede il capomafia di Castelvetrano imputato per le stragi mafiose del ’92 in cui furono uccisi i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. E’ stata necessaria una sospensione di un’ora per riuscire a trovare la nuova legale d’ufficio. Poco prima, la Presidente della Corte, Maria Carmela Giannazzo, aveva annunciato la dispensa dell’avvocato Calogero Montante, che ha presentato un certificato di malattia. E la volta precedente aveva rinunciato un altro legale, la nipote del boss, l’avvocata Lorenza Guttadauro.
Adesso tocca all’avvocata Adriana Vella rappresentare il boss, che oggi, per la terza volta consecutiva, ha disertato l’udienza del processo d’appello sui mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio. In primo grado, quando era ancora latitante, Messina Denaro era stato condannato all’ergastolo. Anche oggi era stato predisposto per lui il video collegamento dal carcere de L’Aquila dove è recluso al 41 bis, ma il boss ha rinunciato. A questo punto bisognava risolvere il problema del difensore d’ufficio. Dopo la rinuncia, “per problemi medici” dell’avvocato Calogero Montante, che due settimane fa aveva subito una intimidazione al telefono. Montante ha fatto pervenire alla Corte un certificato di malattia con una prognosi di almeno un mese per un intervento chirurgico al quale è stato sottoposto. Il procuratore generale facente funzione Antonino Patti e il sostituto Gaetano Bono non si sono opposti alla richiesta avanzata da Montante. Da qui la dispensa della Presidente Giannazzo.
Una decina di giorni fa, il penalista Montante di Caltanissetta aveva denunciato alla polizia di aver subito minacce di morte, al telefono del suo studio a Canicattì, mentre nell’udienza dello scorso 9 marzo, aveva sostenuto di essere incompatibile con la nomina appena ricevuta poiché in passato era stato difensore d’ufficio del falso pentito Vincenzo Scarantino sia nel Borsellino quater che in appello e di ricoprire la carica di vice procuratore onorario alla procura di Palermo. Eccezione però che era stata rigettata.
Oggi la nuova nomina. Adriana Vella. Che arriva trafelata intorno alle 11. E con voce tremante dice al Procuratore Patti: “Ho ricevuto la chiamata come difesa d’ufficio per Messina Denaro Matteo. Ma io sono incompatibile perché il mio studio ha difeso una posizione al processo per la strage di Capaci”. L’avvocata entra in cancelleria e incontra la Presidente Giannazzo, riunita in Camera di consiglio. Passano venti minuti e la Presidente Giannazzo annuncia la nomina di Vella come difensore d’ufficio. Che, però, chiede un “termine a difesa” perché “il fascicolo processuale è molto ampio”. Richiesta accordata.
L’udienza è rinviata al 25 maggio. Con un nuovo video collegamento con il carcere dell’Aquila. Per la quarta volta. Chissà se la prossima volta Messina Denaro accetterà di partecipare. L’udienza finisce e l’avvocata Vella viene circondata dai giornalisti che le chiedono come ha preso questa nomina, arrivata a sopresa.
“Matteo Messina Denaro è un imputato come gli altri, lo difenderemo con lo stesso impegno che mettiamo per tutti gli altri. Non mi spaventa dovere difendere Matteo Messina Denaro”, dice lei. Anche se la voce le trema visibilmente. E le mani pure. Poi, parlando delle minacce ricevute dall’ultimo difensore d’ufficio di Messina Denaro, Calogero Montante, dice: “Non mi spaventano le minacce che ha ricevuto l’altro legale d’ufficio che mi ha preceduto. Evidentemente il mio collega aveva le sue ragioni per sollevare i profili di incompatibilità. Non ho timore da questo punto di vista. Ci sarà molto da fare”.
“Ci sarà molto da fare, sarà un incarico molto impegnativo. Il fascicolo processuale è molto ampio, quindi devo studiare”, dice. Alla domanda se si sente tranquilla, Vella dice: “Sì mi sento tranquilla per l’impegno che dovrò affrontare, e ripeto che non mi spaventa dovere difendere Messina Denaro”. Udienza rinviata al 25 maggio.