“Ogni anno in Italia circa 65mila persone muoiono per mancanza o ritardi nel primo intervento. Solo per soffocamento, in Europa perdono la vita 500 bambini all’anno, in Italia uno ogni 10 giorni, con 1.000 ospedalizzazioni annuali legate a questi incidenti”. Così Marco Squicciarini, docente di Consulcesi e medico coordinatore dell’attività di formazione Blsd del ministero della Salute, che aggiunge: “In oltre la metà dei casi è presente un adulto non preparato ad intervenire con manovre di disostruzione”.
“Ai giovani medici neo-laureati che cercano di inserirsi nel settore lavorativo – afferma l’esperto e formatore in rianimazione cardiopolmonare – viene fin da subito richiesto il certificato Blsd come primo documento per iniziare a lavorare. Eppure, sono gli stessi che escono da un sistema che al momento non prevede questi corsi di formazione neanche nella maggior parte dei casi nei piani extracurriculari e spesso non riconosce i crediti esterni di chi ha conseguito la certificazione attraverso il 118 nazionale”. Da qui, secondo l’esperto, la necessità di colmare questo gap anche con corsi Ecm come quello da poco lanciato con Consulcesi dal titolo ‘Blsd e disostruzione: prevenzione e primo soccorso dal neonato all’anziano fragile’, corso strutturato in 34 ore che offre 5 crediti – riporta una nota – utili per mettersi in regola con l’eventuale debito formativo.
“Dai caregiver degli anziani ai genitori fino al professionista della salute – evidenzia Squicciarini – si sta diffondendo sempre di più la consapevolezza di dover saper agire prontamente in situazioni emergenziali come l’arresto cardiaco o eventi di soffocamento”. Guardando in particolar modo all’anziano e al bambino, l’esperto ribadisce “l’importanza della buona conoscenza del Blsd per ogni tipo di assistenza attraverso il personale deputato all’alimentazione, che si trova ogni giorno di fronte a patologie neurologiche, alla gestione ed al trattamento di disturbi della deglutizione come la disfagia, che di certo sono soggetti più esposti ad episodi di ostruzione delle vie aeree”.
Un importante passo avanti in Italia in materia di pronto intervento in caso di arresto cardiaco improvviso – prosegue la nota – è rappresentato dalla legge 116 del 2021. “Il Governo – conclude l’esperto – ha iniziato una importante distribuzione di defibrillatori ed entro il 2025 tutto il comparto pubblico dovrebbe essere dotato di questi e di personale formato, mentre dal 2025 l’obbligo sarà esteso anche ai privati, come avviene in molti paesi in Europa. Ma è fondamentale lavorare per colmare la mancanza di queste conoscenze partendo in primis da medici e operatori sanitari, che a loro volta possono contribuire a preparare genitori e caregiver alla gestione dell’emergenza”.