Coronavirus, i sindacati: «Lavoratori del commercio in condizioni estreme. Le aziende rispettino le disposizioni a tutela della salute»

MANTOVA – Mentre imperversa l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus, c’è un’altra emergenza, altrettanto importante, che riguarda da vicino i lavoratori del commercio, dei servizi, del turismo e delle mense, impegnati in questi giorni a garantire un servizio fondamentale a tutta la cittadinanza.

A portare a galla il problema, in una nota congiunta, i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per bocca, rispettivamente, dei segretari provinciali Roberta Franzini, Alessandra Sergi e Daniele Grieco. “Molto spesso il lavoro è svolto in condizioni estreme – denunciano le tre sigle sindacali – soprattutto nei negozi alimentari, dove si sono registrati, nelle ultime giornate, afflussi straordinari e di complessa gestione, che rischiano di impattare sulla salute di lavoratrici e lavoratori. Il decreto 8 marzo 2020, art.1 comma r, prevede tassativamente il rispetto delle distanze di sicurezza, di cui l’allegato 1 comma d, e/o del rispetto all’accesso contingentato per evitare assembramenti di persone. Stiamo riscontrando in gran parte delle aziende, in particolare nella grande distribuzione, una condizione di non ottemperanza a tale normativa (assenza di barriere fisiche in caso di distanza inferiore al metro) con potenziali gravi pericoli in particolare per gli addetti alle casse”.

Per Cgil, Cisl e Uil si tratta di una condizione gravissima. “Sollecitiamo urgentemente le aziende ad attenersi scrupolosamente alle disposizioni a tutela della salute previste. Non basta contingentare gli accessi! È necessario attivarsi urgentemente nei confronti dei reparti “critici” (come ad esempio la barriera casse) anche attraverso una serie di misure quali un’apertura alternata delle casse e l’adozione di tutti provvedimenti necessari per garantire le distanze indicate dalle ordinanze. In tutto questo – proseguono i sindacati – crediamo sia fondamentale anche il coinvolgimento del RLS pur ricordando che la responsabilità dell’adozione di misure di contenimento rimane in capo al datore di lavoro e al medico competente. Infine ci rivolgiamo a quelle imprese che hanno deciso spontaneamente di chiudere i negozi per invitarle ad adottare al più presto gli ammortizzatori sociali in modo da non far impattare questa scelta unilaterale sulle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.