L’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia boccia il progetto di rinaturazione del Po. E le ragioni sono molteplici. “Con la pubblicazione dell’elenco delle aree da vincolare o sottoporre a esproprio, prende di fatto il via il progetto di “rinaturazione” del Po, con Aipo ente attuatore di un intervento che utilizzerebbe 357 milioni del Pnrr coinvolgendo oltre cento Comuni del bacino padano. Oltre mille pagine di documentazione dovranno essere vagliate dai portatori d’interesse pubblici e privati, comprese le Regioni, per produrre le osservazioni all’interno della Conferenza dei servizi decisoria avviata il 10 agosto. Sorvolando sull’inopportunità di pretendere in pieno agosto e in pochi giorni risposte su una tematica tanto complessa, è proprio sulla filosofia del progetto che mi preme esprimere tutte le mie perplessità” commenta Bedsuchi.
“La rinaturazione che interesserebbe il più grande fiume italiano è a mio avviso l’emblema di una visione del rapporto uomo-natura che da troppi anni condiziona le scelte comunitarie, disperdendo ingenti risorse in progetti come questo, regressivi e anche potenzialmente pericolosi per la natura stessa. Invece di pensare a una vera bacinizzazione del Po, si preferisce disperdere ulteriormente le sue acque riportandole in lanche oggi asciutte, anteponendo all’efficientamento idrico utile per la navigazione e per l’agricoltura la creazione di stagni la cui utilità non è dimostrata. Si vuole inoltre impedire di coltivare pioppi nelle golene, tra l’altro penalizzando una filiera che oggi, paradossalmente, vede l’Italia leader mondiale nel settore del mobile, ma costretta a importare legname da Paesi che hanno respinto questa ideologia miope. La stessa ideologia che un tempo è certamente stata visionaria e positiva, permettendo di tutelare specie e ambiente in pericolo, ma che oggi è divenuta talmente ortodossa da non poter essere più fermata facendoci pagare il conto, come la diffusione incontrollata di nutrie, lupi e cinghiali dimostra, diventando un pericoloso dazio da pagare al culto dell’osservare senza poter intervenire” continua l’assessore.
“I governi precedenti hanno cassato progetti di bacinizzazione certamente più sensati, che permetterebbero al Po, al pari di altri grandi fiumi europei, di diventare una preziosa ed efficiente via d’acqua, dando alla Lombardia, zona più produttiva d’Italia, un vero affaccio al mare grazie a un fiume finalmente ripulito dopo decenni di colpevole abbandono. Credo che riconsiderare il progetto, modificandolo secondo un modello certamente più virtuoso e veramente “progressista” non sia una bestemmia e che non vadano sprecati tempo e risorse in illusioni pericolose, anche e soprattutto per il pericolo di dissesto idrogeologico che il progetto di rinaturazione potrebbe generare. A maggior ragione, il fatto che i fondi del Pnrr sono prestiti a cui il Paese dovrà poi far fronte, non è una vergogna rifiutare di usarli per un progetto senza ritorno, che sta destando sempre più contrarietà nei territori interessati. Per questo, nei prossimi giorni porterò con la massima urgenza il tema all’attenzione della Giunta di Regione Lombardia” conclude Beduschi