Chiara Ferragni, i social non perdonano per caso pandoro Balocco: report esclusivo

(Adnkronos) –
La Rete non perdona Chiara Ferragni: sui social 6 milioni di interazioni e una valanga di critiche per il ‘caso Balocco’. È quanto emerge da una ricerca di SocialData che, in esclusiva per Adnkronos, ha analizzato le conversazioni su web e social degli ultimi sette giorni (I DATI). 

Nel periodo preso ad oggetto per l’analisi (11–18 dicembre), precedente comunque alle scuse pubbliche di oggi della stessa Ferragni (che, forse rendendosi conto dello scivolone, ha annunciato di voler donare un milione di euro all’ospedale Regina Margherita), l’argomento ha generato oltre 13mila mentions, che hanno prodotto circa 6,2 milioni di interazioni. Le conversazioni si sono sviluppate in prevalenza su Facebook (80,55%), mentre Threads di fatto al suo ‘esordio’ ottiene un buon risultato (3,12%) e affianca il rivale Twitter (3,11%), ponendosi come possibile nuovo punto di riferimento delle discussioni più instant e politiche.  

Il sentiment sulle conversazioni è assolutamente negativo (67%). Le critiche si riversano in particolar modo su Chiara Ferragni e sul suo team, accusati da molti utenti di non aver tenuto un comportamento corretto verso il pubblico. Gli utenti si mostrano critici anche nei confronti di Balocco, seppure l’azienda venga ritenuta responsabile in maniera nettamente minore rispetto a Ferragni e al suo team. Anche il sentiment relativo ai principali protagonisti della vicenda è in prevalenza negativo. Nel dettaglio: Ferragni (69%) – Balocco (62%) – Fedez (62%) 

Il trend del sentiment mostra come i picchi maggiori per questi personaggi/brand si siano registrati subito dopo la diffusione delle prime notizie relative alla vicenda. In particolar modo Chiara Ferragni ha raggiunto il picco di sentiment negativo il 15 dicembre (74%), mentre il trend di decrescenza risulta più lento rispetto a quello fatto registrare da Balocco. Anche il sentiment negativo nei confronti di Fedez è in aumento: +7% dopo il video di replica alle dichiarazioni sul caso di Giorgia Meloni. 

I temi delle conversazioni vertono proprio sul comportamento del brand Ferragni (71,23%). Seguono le discussioni incentrate sul brand Balocco (11,93%), sull’intervento di Meloni ad Atreju (6,54%) e sul successivo video di Fedez (6,12%). La vicenda sembra avere avuto, tuttavia, impatti limitati sulla fanbase di Ferragni e Fedez. Analizzando l’andamento dei followers Instagram, l’influencer registra una perdita di 15mila seguaci, mentre il marito si limita a -10mila. In leggero aumento invece i followers di Balocco (+0,34%).  

Per quanto riguarda Threads, si è notato come molti utenti abbiano colto al balzo l’occasione per inaugurare la propria presenza sul social, dove le conversazioni sono fortemente polarizzate, in misura nettamente maggiore rispetto ad altre piattaforme. Un fattore dovuto alla politicizzazione delle conversazioni: circa il 30% delle conversazioni su Chiara Ferragni contengono riferimenti a Giorgia Meloni, mentre il 25% dei post non si concentra specificamente su sentimenti positivi o negativi, ma include osservazioni neutrali, scherzi, commenti ironici. A proposito di commenti ironici, sono numerosi i meme che si possono incontrare in rete, segno che molti utenti hanno utilizzato anche l’ironia per commentare quanto accaduto: c’è chi ha rispolverato il vestito di Chiara Ferragni indossato a Sanremo, inserendo la scritta ‘Sentiti multata’ al posto di ‘Sentiti libera’, ma anche chi ha creato meme facendo riferimento a famose scene di cartoni animati come I Simpson. 

“La vicenda Ferragni-Balocco dimostra come non si debba mai sottovalutare la viralità della rete”, spiega Luca Ferlaino, partner di SocialData. “In altri tempi, e con altri protagonisti, questa vicenda sarebbe rimasta probabilmente confinata in una dimensione mediatica molto più ‘tradizionale’, mentre oggi assistiamo addirittura a un allargamento della discussione in ambiti più politici. Segno che quando qualcosa esce dalla bolla dei social, e passa alla politica, viene amplificato a dismisura”. 

(Adnkronos)