MANTOVA – “You Must Believe in Spring” è un festival nato nel 2017 e diventato un punto di riferimento nel panorama jazz, sia in primavera sia durante tutto l’anno. A promuoverlo è l’associazione culturale 4’33, inserita nel network nazionale I-Jazz, che conferisce al nostro festival una visibilità nazionale. Un progetto sostenuto da Fondazione Palazzo Te, Comune di Mantova e numerosi sponsor.
Con il prossimo “You Must Believe in Spring” l’intenzione è quella di andare oltre la rassegna classica, creando un luogo di scambio globale per musicisti di tutto il mondo. Questi artisti non si limiteranno solo a tenere concerti, ma saranno attivamente coinvolti in laboratori, incontri pubblici e progetti originali con la partecipazione di studenti e insegnanti. La prossima edizione si svolgerà a Mantova tra il 14 aprile e il 5 maggio 2024, con un obiettivo ambizioso, cioè quello di creare relazioni a diversi livelli, primo tra tutti quello dell’interazione tra musicisti italiani e musicisti stranieri.
Perché la crescita artistica e creativa dei musicisti italiani passa necessariamente attraverso il confronto con gli artisti provenienti da diverse parti del mondo. Il secondo livello di relazione riguarda il coinvolgimento attivo dell’Istituto Carlo D’Arco e Isabella D’Este, come già avvenuto negli scorsi anni: la creazione di progetti multimediali originali permetterà la crescita degli studenti accompagnati dagli insegnanti, così che potranno proseguire un proprio percorso artistico e professionale una volta concluso il ciclo scolastico.
Il terzo livello è rappresentato dallo scambio intergenerazionale tra i musicisti coinvolti nel progetto, gli studenti del Liceo e gli animatori dei laboratori in programma. Le diverse generazioni avranno modo di confrontarsi per arricchirsi culturalmente e umanamente, collaborando insieme per realizzare l’orchestra You Must Believe in Spring.
Il quarto, ma non ultimo, livello riguarda la parità di genere, perché è fondamentale tener conto delle qualità artistiche di musiciste e musicisti; la straordinaria apertura del jazz al mondo femminile, infatti, sta portando nuova linfa alla creatività musicale.
Il festival è stato premiato a L’Aquila 2023 (Il Jazz per le Terre del Sisma) come miglior festival nazionale per parità di genere. L’intento principale è quindi quello di costituire una comunità di musicisti che vada oltre la mera esibizione in concerto.
“Vogliamo creare – dicono gli organizzatori – un luogo di incontro e di scambio tra musicisti, pubblico e territorio, che lanci le basi per una nuova idea di festival che promuova e divulghi la musica jazz. Il progetto prevede il coinvolgimento di oltre una trentina di musicisti tra allievi, insegnanti del Liceo Musicale e Coreutico, giovani musicisti italiani e musicisti stranieri. Si compone di due laboratori che creeranno altrettanti eventi speciali tra il 25 aprile al Teatro Bibiena e il 5 maggio 2024 a Palazzo Te. Il primo laboratorio riguarda un’opera originale dal titolo “You Must Believe in Spring”: sotto la guida del sassofonista e compositore statunitense Roscoe Mitchell, organizzeremo un’orchestra che si basi sui nostri valori, cioè integrazione internazionale, intergenerazionale, di genere e sviluppo artistico degli studenti. Il secondo laboratorio coinvolgerà gli allievi dei corsi di danza del Liceo Coreutico Carlo D’Arco e Isabella D’Este: sotto la guida degli insegnanti, creeranno le coreografie sulle musiche elaborate dal vivo dalla sassofonista, compositrice e film maker argentina naturalizzata italiana Camila Nebbia, e dall’insegnante Leandro Lo Bianco.
La residenza e lo spettacolo sono inseriti nel progetto della Fondazione Palazzo Te “Il Labirinto delle Metamorfosi”. Musiciste e musicisti, sia solisti sia con i propri gruppi invitati, avranno modo di esibirsi all’interno della rassegna “You Must Believe in Spring” con i propri progetti originali durante le date della rassegna stessa. Presso lo Studiottantuno di via Giulio Romano 81 sarà allestita la mostra di disegni e quadri di Roscoe Mitchell, un’occasione unica per ammirare l’opera pittorica del musicista americano. La mostra sarà aperta per tutta la durata della rassegna.