Le impronte di Dima sulle telecamere della casa di Yana. La minaccia: “Se ti metti con lui, ti ammazzo”

MANTOVA – “Se ti metti con un uomo che conosciamo entrambi, ti ammazzo” questo il sinistro proposito portato a termine da Dumitru Stratan, che il 20 gennaio del 2023 ha ucciso l’ex fidanzata Yana Malaiko, occultandone poi il cadavere. A testimoniarlo, oggi in Corte d’Assise a Mantova, è stato l’ultimo ragazzo della giovane ucraina, Andrei Cojocaru, che aveva allacciato una relazione con la barista 24enne, circa un mese prima del femminicidio.

LA ROTTURA DEFINITIVA E LE MINACCE. POI IL TRAGICO EPILOGO

Andrei e Yana si erano conosciuti al bar di piazzale Resistenza dove la  ragazza lavorava, un anno e mezzo prima del tragico evento. Dopo la definitiva rottura con Dima – ha raccontato il 30enne medolese di origini moldave, davanti al giudice Gilberto Casari e davanti al pm Lucia Lombardo – era nato un sentimento che andava oltre l’amicizia. Cojocaru frequentava abitualmente l’esercizio commerciale e conosceva bene sia Cristina che Dumitru Stratan. E il fatto che Yana e Andrei si vedessero, aveva fatto andare su tutte le furie Dima, che in quel tragico 20 gennaio ha messo in atto la sua disumana vendetta. Yana era stanca di Dumitru: lui con lei aveva alzato le mani in due occasioni e ormai, a detta della giovane, faceva abuso continuo di cocaina ed alcol. Spariva per giorni senza dare notizie di sé. Dopo il Capodanno 2023 lei aveva deciso di troncare, e da lì in poi le cose erano precipitate: dalla fine della convivenza nell’appartamento in via Gnutti ai tentativi, anche attraverso gli amici, di recuperare il rapporto, alle minacce aperte con un controllo degli spostamenti della nuova coppia, attraverso la geolocalizzazione del cellulare di Yana. Fino al tragico epilogo, con la trappola congegnata per vedersi da solo con Yana, raccontando di un finto malessere del cane Bulka. Ma lei non aveva paura: “deve accettare il fatto e basta” diceva sicura la Malaiko al nuovo fidanzato nei messaggi whatsapp. E invece, purtroppo, quell’ultimo incontro per sincerarsi delle condizioni del cane che amava tanto, le sarebbe stato fatale.

LE INDAGINI DEI CARABINIERI E IL FERMO IMMEDIATO DI STRATAN

A ricostruire le tappe di quella maledetta notte tra il 19 e il 20 gennaio 2023 è stato il Capitano dei carabinieri Claudio Zanon, che ha raccontato minuziosamente come si sono svolte le indagini che hanno portato all’arresto immediato di Stratan. Partendo, però, dalla mattina in cui venne avvertito dal Luogotenente Domenico Miccolis (il quale, come si ricorderà, aveva raccolto la confidenza di Cristina Stratan) e si recò a Castiglione nel primo pomeriggio con il nucleo investigativo, per rinvenire subito la 500 parcheggiata da Stratan in zona Valle, e che era servita disincagliare dal fango la Mercedes SLK, mezzo che in precedenza conteneva al suo interno, oltre agli attrezzi per l’occultamento, il corpo della povera Yana. Si è poi passati ai riscontri oggettivi, con l’elenco dei passaggi delle auto nelle disponibilità dell’imputato sotto le telecamere di lettura targhe.

LE TAPPE DEL FEMMINICIDIO RIVELATE DALLE TELECAMERE STRADALI E DEL CONDOMINIO

Un ruolo decisivo per ricostruire il mosaico investigativo, come ha spiegato Zanon, lo hanno avuto le telecamere di sorveglianza: dalle immagini registrate in condominio gli investigatori hanno potuto vedere quali fossero i movimenti da e per il grattacielo. Stratan entra nello stabile alle 23.58, mette fuori uso la telecamera dell’appartamento della sorella (dove Yana viveva momentaneamente) alle 0.04, prima di uscire poco prima di mezzanotte e mezza. Yana viene riportata a casa (in piazzale Resistenza) all’1.29 da Cojocaru, dopo che aveva insistentemente chiesto ad Andrei, al termine di una serata fuori a cena, di accompagnarla a Castiglione per sincerarsi delle condizioni del cane (ma era una trappola di Dima). Alle 2.10 le immagini indicherebbero come Stratan indugi nel ballatoio del condominio, come se stesse verificando eventuali movimenti di altre persone, anche nell’ascensore. Le immagini colgono Dumitru uscire di casa verso le 5.30, trascinando un involucro, il trolley contenente il corpo di Yana, verso il garage. Alle 7.53, i filmati segnalano l’arrivo verso il palazzo della Mercedes dell’imputato, che si avvicina al garage di pertinenza, per poi uscirne poco dopo, per dirigersi in zona Valle dove viene ripreso dalle telecamere lettura targhe alle 8.01: due testimoni hanno visto l’auto impantanata sin dalle 9.20. Dopo essersi fatto dare un passaggio da un automobilista per tornare a Castiglione, Stratan recupera la 500 che usava abitualmente la sorella, attorno alle 11.30, per disincagliare la sua e, probabilmente tra le 13.48 alle 14.02 (orari in cui la Mercedes SLK “scompare” dalla vista delle telecamere), occulta il cadavere in zona Valle. Il corpo verrà ritrovato soltanto il 1° febbraio successivo.

IL GIALLO DELLE TELECAMERE NELLA CASA DI CRISTINA, DOVE VIVEVA YANA

E’ stata anche la volta della testimonianza dei Ris di Parma, con il Colonnello Marino e dal Maresciallo Di Palma. Il reparto di investigazioni scientifiche ha portato a termine le analisi del Dna e la comparazione delle impronte digitali e delle scarpe, oltre ad un approfondito esame della morfologia delle tracce di sangue, per ricostruire la dinamica dell’omicidio. Inoltre i Ris hanno anche rilevato le impronte di indice e pollice di Dumitru Stratan su una telecamera semisferica, il che fa propendere per una sua responsabilità nella disattivazione del sistema di ripresa nella casa intestata a Cristina Stratan ma abitata da Yana. Una casa di cui Dumitru aveva le chiavi, come raccontato dal cugino Sergei, che abitava qualche piano sopra. Finta invece un’altra telecamera, di colore nero, che Stratan avrebbe strappato via dall’ascensore condominio, rinvenuta anche questa in casa, mentre un’altra è stata trovata lungo le scale. I difensori dell’imputato (anche ieri assente e rinchiuso nel carcere di Pavia), gli avvocati Viscomi e Grande Aracri, hanno chiesto la trascrizione e l’acquisizione delle immagini della telecamera di casa, per capire se ci sono elementi in più per chiarire i contorni della vicenda.

AGGIUNGI UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here