MILANO – Approvata dal Consiglio regionale della Lombardia la mozione proposta dal gruppo Lega circa la “Somministrazione del farmaco Triptorelina”, un farmaco utilizzato nel trattamento dei tumori alla prostata e della mammella per ridurre la produzione di alcuni ormoni e abbassare i livelli di testosterone, ma somministrato off label anche ai minori che soffrono di disforia di genere ovvero che non accettano il proprio genere di nascita.
In merito è intervenuto il Consigliere della Lega, Segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale Alessandra Cappellari.
“Questo farmaco, nato per le cure oncologiche e, per queste, prezioso, si è diffuso senza valutare le conseguenze nel blocco dello sviluppo negli adolescenti comportando non solo il rallentamento nello sviluppo sessuale ma in tutti gli ambiti fisiologici.
Infatti – prosegue Cappellari – come evidenziano numerosi casi, sempre più persone che si sono sottoposte a questo trattamento in età adolescenziale per disforia di genere, una volta adulte, si sono pentite di aver intrapreso tale percorso, al punto che nella letteratura scientifica sono indicati come “detransitioners”. Questo riconoscendo di essere stati indotti a una scelta in quanto non pienamente consapevoli e maturi, e in mancanza di un adeguato supporto medico-psicologico.
L’utilizzo della triptorelina per sospendere lo sviluppo puberale nei bambini in casi di disforia è stato vietato nella maggior parte dei paesi all’avanguardia in queste politiche come Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Germania, Francia, ma soprattutto i paesi scandinavi: Svezia, Finlandia e Norvegia, noti per una cultura e un approccio laico e progressista rispetto ai temi e alle problematiche di genere. Perplessità avanzate anche da esponenti del mondo Lgbtq.
Bene quindi l’approvazione del testo per impegnare la Giunta a sostenere il tavolo ministeriale per stabilire nuove linee sull’utilizzo della triptorelina in casi di disforia di genere e supportare la ricognizione in corso presso le Regioni e i conseguenti opportuni approfondimenti.
Dall’assessorato inoltre – conclude Alessandra Cappellari – sono pervenute precisazioni circa il fatto che in Lombardia non risulta ci siano centri prescrittori; secondo il Servizio per l’adeguamento tra identità fisica e identità psichica (Saifip) in Lombardia i centri censiti sono due e nessuno dei due offre trattamenti ai minori., circostanza che mostra come nella nostra Regione l’attenzione al tema e la cautela siano assolutamente prioritarie”.