MANTOVa – Non ci sono ancora risposte dall‘Istituto Zooprofilattico riguardo la natura dei bruchi-vermi che da circa tre settimane stanno infestando i muri, i tetti e le terrazze in diverse strade del centro di Mantova. Arrivano anche sui divani e nei letti. E lasciano in ricordo irritazioni alla pelle a chi prova a scacciarli con le dita.
Si sa però che alcuni cittadini, che hanno provato a fare delle disinfestazioni private, non hanno risolto il problema e questo, a quanto pare, non sarebbe dovuto al prodotto utlizzato bensì al fatto che i bruchi, ormai numerosissimi, si muovono da un muro all’altro, di casa in casa, e quindi diventa davvero difficile eliminarli. Anche chi ha chiamato delle ditte specializzate, si è visto costretto il giorno successivo a contattarle nuovamente perchè i bruchi avevano di nuovo preso il sopravvento. La miglior difesa in ogni caso per impedire quantomeno l’ingresso nelle abitazioni è l’utilizzo di insetticidi per insetti striscianti, meglio se in polvere, sui davanzali delle finestre e di insetticidi in schiuma sugli stipiti di porte e finestre. Le farfalline in cui si trasformano possono invece essere eliminate con i comuni insetticidi contro mosche e zanzare per ridurre il ripresentarsi di forme larvali.
In attesa che arrivi il responso ufficiale delle autorità sanitarie, parrebbe però – a detta degli esperti – che quello che sta infestando Mantova sia il “bruco dei tetti” già conosciuto in diverse città italiane. Si tratterebbe dell’Eilema caniola, nome comune litosia, da tutti volgarmente chiamata la “caniola“, appartenente all’ordine dei Lepidotteri, di cui fanno parte anche farfalle e falene.
Le larve di litosia si cibano di alghe, muschi e licheni ed è per questo motivo che la loro presenza è facilmente rilevabile nelle case i cui tetti sono ricoperti da vecchi coppi o comunque nelle zone esposte a nord dove vi è maggiore umidità e temperature più fresche.
La loro presenza sempre più massiccia nelle città in questi ultimi anni è dovuta a favorevoli condizioni climatiche e ambientali, che hanno permesso una rapida crescita numerica. Eilema caniola è una farfalla diffusa nell’Europa meridionale, legata quindi a un clima con inverni miti. Gli ultimi inverni, particolarmente miti, con punte minime di temperatura prossime allo zero, non hanno causato la fisiologica mortalità larvale.