ROMA – “Il Decreto Infrastrutture, all’esame della Camera, manca di una visione nazionale e si limita a distribuire le risorse ai soli esponenti della maggioranza, quando va bene, perché il ponte sullo stretto di Messina drena la maggior parte delle risorse disponibili.
Ma ciò che veramente manca è un piano infrastrutturale strategico” denuncia la deputata PD Antonella Forattini “e così questo ennesimo decreto omnibus include un po’ di tutto, dalle concessioni autostradali al piano Mattei, finanziato con risorse sottratte al fondo per il clima, dalle fondazioni liriche al diritto sportivo”.
In questo contesto, il Governo ha respinto la proposta dell’esponente dem di incrementare gli stanziamenti dedicati alle manutenzioni dei ponti sul Po. L’emendamento presentato da Forattini è stato bocciato prima in Commissione e poi in Aula, dove è stata presentato sotto forma di ordine del giorno.
“Lo scopo era quello di prevedere le risorse necessarie per un programma straordinario di manutenzione e messa in sicurezza dei ponti sul Po di competenza delle province e delle città metropolitane, per una spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026” spiega Forattini “gli eventi climatici straordinari rendono evidente la necessità di investire nella prevenzione, anche per scongiurare situazioni di prolungato isolamento come quella affrontata dalla comunità di San Benedetto Po”.
Nell’ottica bipartisan di favorire il potenziamento delle infrastrutture locali, la deputata dem ha chiesto di sottoscrivere gli ordini del giorno, approvati dall’Aula, presentati dai deputati mantovani Andrea Dara, della Lega Nord, e Carlo Maccari, di Fratelli d’Italia, finalizzati a valutare la fattibilità, rispettivamente, del nuovo ponte di Calvatone, in sostituzione di quello esistente, e del sovrappasso stradale di Roverbella, con soppressione del passaggio a livello.
“Gli oltre cinquanta ordini del giorno presentati dalla maggioranza rispondono a richieste puntuali” contesta Forattini “ho condiviso quelli che favoriscono lo sviluppo territoriale per ovvie ragioni, pur non condividendo il metodo. Abbiamo assistito a un mercanteggiamento, un po’ come accadeva in Regione Lombardia”.