MANTOVA – Era stato denunciato lo scorso luglio per maltrattamento di animali poiché su ogni singolo animale presente nel grande allevamento di fagiani (15mila quelli censiti), nel Mantovano, veniva per prassi applicato un copri-becco “a spillo perforante”. Secondo il Tribunale del Riesame di Mantova, però, il titolare dell’allevamento non avrebbe agito con crudeltà. Viceversa, l’applicazione del copri-becco era dettata dal bisogno di trovare la “soluzione più idonea a evitare lesioni e malattie agli avicoli dell’azienda”.
L’allevatore, che si era appellato al Riesame all’indomani del sequestro, era assistito in aula dagli avvocati Antonio Bana e Sara Tarantini dello Studio Bana di Milano e dall’avvocato Giancarlo Bottoli di Viadana. Inoltre, si è potuto avvalere di due consulenti di parte: un docente del Dipartimento di Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e il veterinario dell’azienda.
Il Tribunale ha stabilito che “le fattispecie di reato contestate non sarebbero configurabili nemmeno in astratto”. I fagiani (12mila adulti e 3mila pulcini), ha rilevato il Tribunale, godono di buono stato di salute e non presentano lesioni o malattie in atto, né segni di patologie pregresse. L’apposizione del copri-becco configurerebbe una delle specifiche procedure raccomandate dalla letteratura zootecnica al fine di evitare l’insorgenza di fenomeni di pica e di cannibalismo. Infine, relativamente alle metrature in cui i fagiani sono allevati, si è stabilito che constano in 280 metri quadri e non in 120. “Soprattutto – ha commentato l’avv. Antonio Bana – non va sottovalutato il gravissimo danno che poteva essere arrecato con la chiusura di una azienda che da sempre agisce nella più totale legalità e conformità rispetto alle normative”.
Il Tribunale ha disposto il dissequestro di capannoni e voliere (gli animali erano stati lasciati temporaneamente in custodia giudiziaria al proprietario) e l’azienda può tornare a svolgere la sua attività.