L’asteroide che ha distrutto i dinosauri si è formato nelle zone più esterne del sistema solare. Lo rivelano i campioni di roccia che contengono indizi sull’origine dell’impatto che diede inizio all’estinzione di massa, 66 milioni di anni fa, scoperta al centro di uno studio pubblicato su Science. Secondo le prove geochimiche rinvenute nel sito dell’impatto, a Chicxulub, in Messico, l’oggetto (delle dimensioni di una città) che si schiantò sulla Terra spazzando via più del 60% delle specie, dinosauri compresi, era un asteroide formatosi oltre l’orbita di Giove. L’impatto liberò enormi volumi di zolfo, polvere e fuliggine, bloccando parzialmente i raggi solari e facendo crollare le temperature. Uno strato di metallo di iridio, raro sulla Terra ma più comune negli asteroidi, si depositò sull’intero pianeta.
E’ negli anni ’90 che gli scienziati hanno descritto il sito dell’impatto, un enorme cratere sepolto vicino a Chicxulub, nella penisola dello Yucatán in Messico, i cui campioni di roccia contengono la ‘firma’ dell’asteroide: il rutenio, estremamente raro nelle rocce terrestri. L’osservazione degli isotopi di rutenio aiuta gli scienziati a distinguere tra asteroidi che si sono formati nel Sistema Solare esterno, oltre l’orbita di Giove, e quelli che si sono invece formati nel Sistema Solare interno. E gli scienziati hanno scoperto che gli isotopi di rutenio osservati a Chicxulub corrispondono a quelli di un asteroide del sistema solare esterno. Asteroide, non cometa, come in passato era stato ipotizzato.