Startup, ecco i settori su cui puntare

(Adnkronos) – “Le startup rappresentano la via breve per digitalizzare e innovare le aziende della old economy. Rispetto a una pmi tradizionale, che deve mettere in moto diverse procedure di dialogo interno per digitalizzarsi, una startup, in quanto neonata, per sua natura è più flessibile e ricettiva nei confronti del nuovo”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia l’imprenditore e investitore Alessandro Gatti, presidente di FG Invest e founder della startup Hubique, che impiega l’Intelligenza artificiale per innovare il mondo immobiliare. Ruolo chiave, quindi, quello delle startup, che però deve fare i conti con diversi freni che ne ritardano la crescita, dall’eccesso di burocrazia, alla difficoltà di accesso al capitale, dai limiti culturali, scarsa cultura del rischio, al mercato del lavoro inadeguato, con contratti non rispondenti alle esigenze delle startup e del lavoro digitale. “Dobbiamo recuperare terreno; rispetto alla sola Europa, il nostro paese ospita circa 1 scaleup ogni 100.000 persone, con investimenti pari allo 0,25% del Pil; in Europa la media è di 3,8 scaleup ogni 100.000 abitanti e investimenti pari all’1,3% del Pil”, prosegue Gatti. 

In quanto ai settori sui quali sia utile puntare in un’ottica di investimento, ma anche e soprattutto, di crescita del paese, l’esperto suggerisce “in primis un settore trasversale, quello delle persone, in cui investirei in ogni ambito, dalla cultura, alla formazione, all’educazione di base; siamo davvero indietro rispetto all’estero. Il capitale umano italiano, così ricco di ingegno, va coltivato. Poi ritengo che il Proptech, ovvero la digitalizzazione e l’innovazione nel real estate, sia un segmento promettente. Il mercato immobiliare appartiene alla old economy, ed è cruciale per il Pil del paese, ma fortemente alla ricerca di innovazione”.  

“Con la nostra startup Hubique, che, grazie all’IA sta creando servizi rivoluzionari per il Real Estate, efficientando processi ingessati da decenni, abbiamo ricevuto il supporto d’investitori di altissimo profilo. Sono molte le realtà storiche del settore che si sono affidate ai nostri sofisticati strumenti digitali; solo nell’ultimo anno Hubique ha siglato accordi di collaborazione, per esempio, con Frimm retail, con il Gruppo Gabetti e con il portale Wikicasa. Per scalare velocemente e offrire all’estero le innovazioni che stiamo creando, però, serviranno capitali importanti”, sottolinea. 

“Altro settore – sottolinea – è quello farmaceutico, tenendo conto del progressivo invecchiamento della popolazione e infine il food, vero fiore all’occhiello della nostra cultura dove è importante cavalcare la qualità innovando, per valorizzare le eccellenze e aiutare l’export ed il turismo di food/wine experience. L’Italia deve imparare a valorizzare i suoi punti di forza, con la tecnologia”. 

Tecnologia e IA che potranno godere di un miliardo di finanziamenti sostenuto dalla CdP. “Un miliardo – sostiene – per tutto l’ecosistema, non è molto, rispetto a quanto messo in campo da altri paesi solo con finanziamenti privati, ma è comunque un buon punto di partenza. L’intelligenza artificiale può essere un nuovo inizio, come lo fu internet anni fa; adesso è importante non perdere il treno e la competitività a livello internazionale”. 

“Da italiano auspico che anche il settore del Made in Italy (food, turismo, moda) possa trovare i suoi unicorni: non è concepibile che questi mercati, con il talento e la storia che li contraddistinguono, siano in mano agli stranieri (pensiamo ad esempio a Booking, di proprietà olandese). L’Italia deve imparare a fare squadra e supportare le aziende che fanno il bene dell’economia nazionale, come Smace, ad esempio, che organizza esperienze per team aziendali (anche stranieri), mixando vacanza e lavoro (workation), sostenendo il turismo nelle nostre magiche località e diffondendo all’estero l’amore per la nostra terra”, Afferma Alessandro Gatti, presidente della Holding FG Invest e founder di Hubique. 

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