Berlinguer visto da D’Alema: “simbolo di una sinistra che lotta per cambiare la società”

SAN GIORGIO BIGARELLO – “Mi colpisce il fatto che nel corso di questo 2024 sono stato invitato a tante iniziative per ricordare Enrico Berlinguer. Una personalità scomparsa da quarant’anni, e che rappresenta un mondo che non c’è più, perché non c’è più il comunismo in Europa e non c’è più la Prima Repubblica, tuttavia continua a essere una personalità in grado di suscitare emozioni e interesse in una parte importante dell’opinione pubblica italiana. Questa è, secondo me, una cosa importante e anche forse il segno che un certo bisogno di politica con la P maiuscola, un certo bisogno di sinistra intesa come capacità di lottare per cambiare la società, evidentemente tutto questo è ancora attuale”.

Massimo D’Alema, ospite d’eccezione dell’incontro organizzato dal Pd provinciale all’auditorium del centro Culturale “Frida Kahlo” di San Giorgio, ha parlato a lungo ieri sera – rispondendo alle domande della giornalista Daniela Preziosi, e di fronte a un nutrito pubblico – del suo rapporto con lo storico leader del Pci, delle epoche della Repubblica italiana, dei cambiamenti avvenuti e delle cose rimaste intatte, del compromesso storico e di molti altri temi ancora.

Sulla modernità del messaggio politico e della visione di Berlinguer, D’Alema risponde: “certamente ci sono degli aspetti anche moderni. Non tutto è moderno: una parte importante del suo lavoro, della sua esperienza, della sua elaborazione appartiene ormai alla storia del Paese. Però non c’è dubbio che lui si sia spinto su alcuni terreni, come quello dell’ambientalismo, della rivoluzione femminile, del rapporto tra innovazione tecnologica e condizione umana, insomma si è spinto su terreni che per la politica erano molto nuovo allora e lo sono in parte ancora oggi”.

A proposito del film “La grande ambizione”, l’ex Presidente del Consiglio dice: “sì. Una pellicola coinvolgente, straordinaria l’interpretazione di Elio Germano. Per uno come me che quegli eventi li ha vissuti dall’interno poi trovi anche le cose che mancano, però questo è poco importante. Se uno si mette dal punto di vista del pubblico di oggi è un film utile, che ci fa capire un momento importante, drammatico della storia italiana e il senso che aveva quell’incontro tra i comunisti e i cattolici nella visione di Enrico Berlinguer, ma anche nella visione di Aldo Moro”.

L’attualità della figura e del messaggio di Berlinguer sono stati evidenziati nel breve discorso introduttivo dal segretario provinciale del Pd Adriano Stabile, il quale ha inoltre sottolineato che con la sua figura si ricorda anche “una stagione nella quale il Partito Comunista Italiano era il più grande tra tutte le democrazie occidentali e aveva dunque anche un ruolo di influenza culturale sugli altri partiti dei lavoratori dei paesi europei, anche in autonomia rispetto alle logiche sovietiche, ponendosi l’obiettivo di cercare una via europea al socialismo”.

“Un’eredità che il Pd ha colto dall’esempio di Berlinguer – aggiunge la deputata Antonella Forattini – e che abbiamo potuto vedere anche attraverso il recentissimo film sul compromesso storico, mi viene in mente il tema del campo largo e della politica che la nostra segretaria Elly Schlein sta portando avanti testardamente per creare una coalizione il più ampio possibile per vincere le elezioni. Ovviamente le differenze ci sono, però potremmo prendere a esempio questo tema. Un altro è il ragionamento fatto da Massimo D’Alema sulla pace, che personalmente ho trovato molto forte. Noi come partito dovremmo guardare fare in modo che l’Europa porti avanti questo argomento in maniera più significativa di quanto fatto finora”.