OSTIGLIA – Non si placano a Ostiglia le polemiche relative all’astensione delle opposizioni sul rinnovo della convenzione tra il Comune e la RSA “Belfanti” di Ostiglia. A controreplicare all’assessore Pinotti è il consigliere di minoranza Sara Salami. “Pinotti incorre in almeno quattro errori piuttosto grossolani, senz’altro macroscopici. Il primo è sulla Legge: non è l’amministrazione comunale che, benevola, concede alle minoranze la possibilità di informarsi in merito alle proposte di delibera offerte alla valutazione del consiglio, ma è una legge dello Stato (T.U.E.L.) nonché il Regolamento comunale che sanciscono come inderogabili i diritti di iniziativa ed informativa dei consiglieri”.
“Il secondo – prosegue Salami – riguarda la tempistica concessa (in questo caso il verbo è corretto) dall’amministrazione alla minoranza per informarsi. Se si considera che la convocazione per il consiglio comunale del lunedì è giunta il mercoledì pomeriggio precedente e che, tolti il sabato e la domenica quali giorni di chiusura degli uffici, l’unico appuntamento utile è stato accordato dal funzionario addetto per il venerdì mattina, è evidente come i tempi per un’adeguata informazione fossero assolutamente insufficienti. Peraltro, l’ora di colloquio (almeno sulla durata dell’appuntamento l’avv. Pinotti non si sbaglia) sarebbe dovuta servire per approfondire ben 12 punti all’ordine del giorno, tutti estremamente tecnici”.
“Il terzo riguarda il contenuto della sua stessa proposta di variazione di bilancio, riferita genericamente a un contributo non ricorrente a istituzioni sociali per 20mila euro e giustificata con un criptico riferimento a note di protocollo rispetto le quali nemmeno il funzionario incaricato ha saputo dire alcunché, rinviandoci egli stesso all’assemblea per gli eventuali chiarimenti. Nessuna convenzione è stata data in valutazione, nessun addendum. Che le istituzioni sociali beneficiarie del contributo fossero la RSA Belfanti è stato svelato solo nel corso del consiglio comunale, peraltro come dato noto e soprattutto dovuto. Sulla meritevolezza del contributo, in assenza di qualsiasi valida giustificazione (diversamente da quanto accaduto in precedenza quando il versamento era giustificato dalla necessità opere o altri interventi) allo stato non è possibile dire nulla”.
“Il quarto – conclude il consigliere di minoranza – riguarda la composizione del consiglio comunale del quale egli fa parte: esiste una maggioranza con una derivazione politica ben definita, ed esiste una minoranza, senz’altro composita ma della quale evidentemente l’avv. Pinotti non conosce la provenienza. Il mio gruppo consiliare non è un gruppo Pd, ma civico, io non ho tessera Pd né ho colleghi di partito: sono e mi considero rappresentante civica. E come tale voglio essere considerata. Infine, ma di questo all’avv. Pinotti può essere imputato solo un eccesso di zelo, il mio gruppo non cerca alcuna visibilità: sulle ragioni dell’astensione abbiamo scelto di rispondere pubblicamente a chi ci accusava di nascondere finalità politiche dietro il voto, argomento del tutto pretestuoso e vagamente malizioso. Piuttosto, curioso notare come una semplice motivata astensione rispetto una delibera comunque approvata abbia avuto il potere di destabilizzare così tanto”.