MANTOVA – “La notizia che la direzione della “Corneliani” ha deciso di portare i propri libri in tribunale, chiedendo un “concordato in bianco”, non solo riempie di amarezza ma spinge ad una considerazione di fondo”. A parlare è il deputato mantovano della Lega Andrea Dara che continua: “E’ chiaro che la crisi del settore tessile con la pandemia si è fatta, in modo diffuso, drammatica ma, nello specifico, le difficoltà si erano già palesate a metà 2019 con l’annuncio di un rosso da 12 milioni di euro e l’annuncio di un nuovo piano di ristrutturazione. Poi a novembre l’annuncio dei 130 esuberi. La proprietà aveva proposto una ristrutturazione, su cui occorreva far partire una vera trattativa, ma, per evidente scelta ideologica, la risposta soprattutto della CGIL è stata quella del muso duro massimalista, in stile “biennio rosso” del secolo scorso”.
“Infatti, avevo offerto il mio supporto – continua Dara – anche attraverso l’interrogazione al MISE per incardinare la questione “Corneliani” nei tavoli di crisi, ma la risposta della CGIL era stata sprezzante e offensiva, in contraddizione con quanto fino ad allora si era sempre fatto come “componente mantovana” nelle istituzioni. All’epoca fu preferita la sceneggiata del sindaco di Mantova che volava a Londra per incontrarsi con la proprietà, una classica mossa elettorale e non certo a favore della risoluzione del problema e scioperi e cortei ad oltranza”.
“Sono stato facile profeta – sottolinea il deputato – come lo sono stati tanti anche interni all’azienda, nel prevedere un finale a tutto a svantaggio dei lavoratori. Perché se fosse stato fatto un lavoro vero, fin dall’inizio, probabilmente la crisi da Covid-19 sarebbe stata affrontata in modo diverso e con più frecce al proprio arco. Ma così non è stato. Perché quando una forza sindacale si tramuta in forza politica, i risultati per i lavoratori non sono mai positivi. In ogni caso, checché ne pensi la CGIL, mi muoverò subito – conclude Dara – per quanto mi è possibile e di concerto con le parti e le istituzioni, per operare il più possibile per l’azienda ed i suoi lavoratori e lavoratrici, tralasciando i colori politici e badando esclusivamente agli interessi veri.”