MANTOVA – “La proposta della Commissione europea di applicare sanzioni sui fertilizzanti originari o esportati direttamente o indirettamente dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Bielorussia nel mercato comunitario rischia di scaricare interamente il costo sugli agricoltori, innescando aumenti di prezzo e difficoltà di approvvigionamento, penalizzando un settore strategico come quello della produzione agricola”. A lanciare l’allarme è il presidente di Coldiretti Mantova, Fabio Mantovani, con riferimento appunto al disegno di Bruxelles di incrementare le sanzioni anche sui fertilizzanti, prevedendo un aumento graduale fino a raggiungere dopo tre anni il valore massimo di 315 o 430 euro per tonnellata di tariffa aggiuntiva sul dazio.
Durante il periodo transitorio di tre anni – informa Coldiretti Mantova – queste tariffe proibitive saranno introdotte anche nel caso in cui le merci provenienti dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Bielorussia siano importate al di sopra di determinati volumi.
Inoltre, le merci originarie o esportate direttamente o indirettamente dai due Paesi non potranno beneficiare dei contingenti tariffari dell’Unione, che consentono l’accesso al mercato a un livello monetario inferiore rispetto alle nuove tariffe proposte.
SPAZIO AL DIGESTATO
“Diventa quanto mai prioritario avviare un dialogo costruttivo con l’Unione europea per arrivare ad ottenere l’equiparazione del digestato organico, derivato dagli effluenti zootecnici, ai fertilizzanti di sintesi, così da abbassare i costi per le imprese agricole, ripristinare la salute del suolo attraverso un utilizzo superiore di risorsa naturale e, allo stesso tempo, ridurre l’impatto ambientale anche grazie alla produzione di energia rinnovabile – incalza Mantovani -. In questo senso il recente approccio di Regione Lombardia a Bruxelles è andato nella giusta direzione. Speriamo che la burocrazia non finisca per penalizzare ulteriormente l’agricoltura”.
I NUMERI
Ad oggi la Russia è il più grande esportatore al mondo di urea, grazie alla sua elevata capacità produttiva derivante dalla grande disponibilità di materie prime necessarie alla loro produzione e per minori vincoli ambientali in capo ai produttori.
L’attuale capacità produttiva dell’Ue di produrre fertilizzanti non è in grado, ad oggi, di coprire la domanda interna e, tale provvedimento provocherà un’impennata dei costi di produzione con riduzione della competitività dei nostri produttori, la messa in pericolo della sovranità alimentare dell’Unione europea e un aumento dei prezzi per i consumatori.