Recovery fund, all’Italia il 28%. Gentiloni: “la decisione più importante dopo l’Euro”

I grandi cambiamenti nella storia dell’Europa non sono mai avvenuti senza travaglio. E anche l’accordo storico sul Recovery Fund da 750 miliardi (390 di sussidi e 360 di prestiti), annunciato ufficialmente alle 5.31 di ieri dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, non ha fatto eccezione alla regola.
L’intesa spartiacque, con cui per la prima volta l’Ue stabilisce una solidarietà finanziaria e mette in comune il debito garantendolo con un bilancio da 1.074 miliardi, per uno stimolo economico complessivo di 1.800 miliardi, è stata infatti raggiunta a costo di un’estenuante maratona negoziale di oltre 90 ore. Un vertice che verrà ricordato come il più lungo da 20 anni, da quando cioè a Nizza, nel 2000, fu rivisto l’assetto istituzionale europeo.
All’Italia questa intesa porta una dote di 209 miliardi, il 28% del totale.
Il presidente francese Emmanuel Macron, così come molti altri leader, ha parlato di “una giornata storica”; di un accordo “senza precedenti” il numero uno dell’Eurocamera David Sassoli; di decisione più importante dall’introduzione dell’euro il commissario Paolo Gentiloni.

Giuseppe Conte è tornato a Roma convinto di aver incassato una vittoria pesante. “Il governo è forte, ora si rafforza la sua azione”, ha dichiarato. Subito dopo l’atterraggio Conte si è recato al Quirinale, per un faccia a faccia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per un Paese che affronta un enorme calo del Pil, si creano ora “condizioni proficue” per “predisporre rapidamente”, è l’auspicio e lo sprone del capo dello Stato, “un concreto ed efficace programma di interventi”.

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