Frode fiscale e riciclaggio. Nel mantovano una delle cellule principali di un’organizzazione criminale. Un arresto e 5 provvedimenti restrittivi

MANTOVA – Movimentavano enormi quantità di denaro, stimate in almeno 250 milioni di euro, ma risultavano nullatenenti e disoccupati, incassando tra l’altro 80 mila euro di reddito di cittadinanza. L’organizzazione criminale è stata ora smantellata grazie all’attività d’indagine denominata “Billions” condotta dalla Squadra mobile della Questura di Reggio Emilia in collaborazione con il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e il Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Il comandante del reparto che ha eseguito l’attività investigativa è il maggiore Maria Concetta Di Domenica che fino a un anno fa è stata a capo del Gruppo della Gdf di Mantova.
L’indagine ha permesso di scoprire un’associazione a delinquere, composta da 49 soggetti apicali specializzata nell’offrire, in via “professionale”, “servizi”  di emissione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, per consentire alle imprese beneficiarie l’abbattimento dei propri redditi imponibili, con realizzazione di svariati delitti in materia tributaria: emissione ed utilizzo in dichiarazione di fatture false, occultamento della documentazione contabile e omessa dichiarazione dei redditi. Oltre a questi 49 soggetti “di vertice” vi erano poi più di 200 persone ora tutte indagate tra prestanome e “prelevatori” che ritiravano il denaro contante dai bancomat per poterlo poi riciclare. Poi vi erano i procacciatori di soggetti economici interessati ad ottenere servizi finanziari illegali.
I prestanome erano titolari di una miriade di società “cartiere” che non avevano alcuna struttura aziendale e che servivano solo per “produrre” fatture false. Eloquente a tal proposito una conversazione, captata dagli inquirenti, tra due indagati che scherzando si chiedevano ironicamente che cosa producessero le loro società, rispondendosi che “producono soldi”.
L’analisi dei flussi finanziari delle società “cartiere” ha permesso di ricostruire movimentazioni quantificate in oltre 240 milioni di euro, delle quali ben 50.000.000 di euro sono consistite in prelievi di denaro contante.
L’ammontare del giro di fatture false emesse è stato calcolato in 80 milioni di euro con un’imposta evasa quantificata in circa 24 milioni di euro.
Si trattava di organizzazione molto vasta, che operava in ben 14 regioni italiane e all’estero, in particolare in Bulgaria, divisa in alcune cellule tra cui le due maggiori erano nel reggiano e nel mantovano, e che aveva anche legami con l’ndrangheta emiliana, vero è che a sovrintendere alle cellule sarebbe un parente dei boss Grande Aracri.
L’organizzazione però, ci tengono a sottolineare gli investigatori, non operava con le caratteristiche di stampo mafioso.
Lo schema esecutivo dell’illecito prevedeva, dapprima, il pagamento integrale della fattura falsa da parte dell’impresa beneficiaria. Successivamente, tali disponibilità venivano prelevate in contanti dai richiamati “prelevatori”, soggetti al soldo dell’associazione con il compito di recarsi presso vari uffici postali ed effettuare prelievi frazionati, in modo da non superare le soglie previste dalla normativa antiriciclaggio. Infine, tali somme venivano restituite ai capi dell’associazione che le retrocedevano alle imprese beneficiarie, al netto di una commissione per il “servizio” prestato.
Tra le condotte contestate agli indagati vi è anche il reato di autoriciclaggio.
All’estero, il sodalizio criminale aveva organizzato, anche una frode cosiddetta “carosello”, relativamente alla compravendita di autovetture dalla Germania.
Importante come accennato il ruolo della cellula mantovana composta da 13 persone, residenti tra Viadana, Mantova, Curtatone, Porto Mantovano e Marmirolo di cui 6 questa mattina sono state destinatarie di misure restrittive al termine del blitz che sul territorio virgiliano ha visto la partecipazione degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Mantova e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Mantova.
Per uno dei sei, Giorgio Bellini un 61enne di Mantova, sono scattati gli arresti domiciliari. Pare fosse la figura più importante a livello locale. Era legale rappresentante di diverse società e movimentava ingenti quantità di denaro.
A Mantova è poi stata fatta una perquisizione domiciliare a carico di un 43enne.
Per G.B un 54enne di Curtatone è scattato invece l’obbligo di dimora e l’interdizione alle attività di imprenditore. Le stesse misure sono scattate per S.P 56enne di Viadana e V.R 65enne di Porto Mantovano.
Anche per A.M 60enne di Marmirolo è stato disposto il divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali e imprenditoriali.
Al termine delle operazioni poliziotti e fiamme gialle di Mantova hanno sequestrato una Porsche, una motocicletta Ducati, circa 11.000 € di denaro in contanti, orologi di pregio e documentazione varia che è stata messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini per verificare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nelle attività criminali.

 

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