La pandemia travolge i consumi degli italiani: la spesa degli italiani è scesa di 123miliardi, per un calo di circa 5mila euro a famiglia: il peggiore di sempre nella storia della Repubblica Italiana. Il calo maggiore si registra per alberghi e ristoranti dove si registra un -43miliardi di euro, quasi 120 milioni di euro al giorno in meno. I trasporti registrano, invece, il secondo calo per entità (-33 miliardi di euro).
In perdita anche la spesa in ricreazione e cultura (-16,3 miliardi di euro nel 2020) e moda: tra telelavoro e stop alle cerimonie, gli italiani hanno ridotto nel 2020 i consumi di abbigliamento e calzature di ben -13,2 miliardi. In discesa anche la spesa per la salute (-2,3 miliardi), mentre calano anche gli investimenti in istruzione (quasi un miliardo in meno).
Crescono, invece, le spese legate alla permanenza a casa. A partire da quelle alimentari: i consumi di prodotti alimentari registrano un aumento di +2,8miliardi di euro. Lo smartworking fa lievitare la spesa per comunicazioni – voce che include dispositivi informatici, canoni telefonici e per la rete dati, che segna un aumento di 625milioni – e le bollette: il conto per le spese sostenute per l’abitazione, l’acqua, l’elettricità e gli altri combustibili cresce nel 2020 di quasi di 1,4 miliardi.
A trainare la caduta generale dei consumi è la riduzione di redditi registrata durante la pandemia: in particolare quelli da lavoro, segnano un crollo di oltre – 90miliardi tra lavoro autonomo e dipendente, ma anche i redditi di capitale sono scesi di – 6,4miliardi di euro a causa della riduzione dei tassi di interesse. Un buco recuperato solo parzialmente dalla politica economica del sostegno attraverso le prestazioni sociali (+37,6 miliardi).
“L’impatto della pandemia sui consumi, vale il 60% del PIL, avrà conseguenze sul sistema Paese nel suo complesso – spiegano da Confesercenti -. Bisogna riflettere l’economia della distanza, ha messo le ali all’eCommerce che godeva già di un grosso vantaggio fiscale ora il rischio è di incidere negativamente sulle attività delle nostre Città che rendono vive (e sostenibili) la nostra vita sociale”.
Fondamentale, dunque per il presidente Rebecchi il rilancio immediato per il mercato interno. “Con le riaperture, a fine 2021 avremo recuperato solo 40 dei 120 miliardi di euro di consumi persi nel 2020, e anche il recupero dei redditi sarà modestissimo”. Tre, a tale proposito, le proposte di Confesercenti. Serve un’accelerazione dalla leva fiscale: serve una riforma per dare slancio alla ripartenza delle imprese e per liberare risorse delle famiglie, anche considerando che l’ultimo adeguamento degli scaglioni Irpef all’inflazione è avvenuto quasi 15 anni fa. Necessario anche un ulteriore alleggerimento del costo del lavoro e un grande piano di formazione per le competenze digitali. Fondamentale, infine, perseguire ancora una politica di sostegno ai settori che si sono impoveriti durante la crisi pandemica: imprese micro e piccole, e autonomi, che hanno lasciato per strada reddito e capitale.