MANTOVA – “C’è ancora tanto per cui lottare a questo mondo”: è un grido di dolore quello di Adelmo Cervi, che questa mattina alla Biblioteca Baratta di Mantova ha presentato il libro “I miei sette padri. Storia di una grande famiglia antifascista raccontata da un figlio”. Il volume riprende la storia, i ricordi e le testimonianze dei familiari dei sette fratelli Cervi, uccisi dai fascisti il 28 dicembre 1943, raccontati da Adelmo, figlio di Aldo. “In un periodo storico in cui siamo circondati da notizie di ingiustizie e guerre che affliggono il mondo – ha detto l’assessore Alessandra Riccadonna – dobbiamo prendere posizione scegliendo di schierarci contro ogni tipo di sopruso evitando l’indifferenza. Militanti significa essere cittadini responsabili e consapevoli di ciò che ci circonda prendendo posizione. Adelmo, antifascista militante, percorre un viaggio a ritroso per dare un’immagine di suo padre Aldo, un uomo che ha combattuto la dittatura, ma che aveva anche una vita segnata dal lavoro, dagli affetti, dalle speranze. Quello di Adelmo è un impegno politico e sociale nel segno della presenza di quel padre perduto”.
Il tour di Cervi a Mantova era iniziato venerdì 27 ottobre al cinema Mignon al mattino per gli studenti e per il pubblico la sera con la proiezione del docufilm “I miei sette padri”, realizzato dalla regista Liviana Davì anche lei presente in sala.
Ad organizzare gli eventi è stato il Comune di Mantova per l’ottantesimo anniversario dell’eccidio dei Cervi, in collaborazione con Anpi-Sezione di Mantova. A Reggio Emilia è molto attiva la Casa Cervi, il museo che raccoglie le testimonianze di questa pagina di storia e che promuove numerose iniziative antifasciste.