BANCOLE (PORTO MANTOVANO) “Le nuove idee democratiche imponevano regole a molti non comprensibili, come quella che accanto al diritto di sciopero permaneva anche quello di lavoro. E così da fuori provincia giungevano camion di “crumiri”. La Celere cercava di fare rispettare gli opposti diritti. Spesso nascevano scontri al limite della legalità. In uno di questi, la notte del 17 maggio 1950, Vittorio Veronesi, giovane bracciante bancolese e attivista sindacale, perse la vita davanti all’ingresso della Corte Schiarino Previdi.”
E’ uno stralcio del libro “Un Comune chiamato Porto” di Antonio Gaioni che racconta la vicenda di Vittorio Veronesi, bracciante e attivista sindacale di Bancole, già distintosi come partigiano durante la Resistenza, ucciso a soli 30 anni la notte del 17 maggio 1950 dall’agrario Grazioli e dai suoi guardaspalle. La sua uccisione avvenne in una stagione di lotte sanguinose per i contratti e la riforma agraria.
E oggi, Primo maggio Festa dei Lavoratori, alcuni rappresentanti di Civicamente Porto – Lista Mari, hanno portato in omaggio un mazzo di garofani rossi alla lapide di Vittorio Veronesi, in via Calvi a Bancole. Il “Primo maggio è una festa che assume molteplici significati oggi: l’impegno di Civicamente sarà volto a migliorare le condizioni per svolgere al meglio il diritto al lavoro, oltre a sviluppare proposte per il periodo dedicato al riposo” è stato spiegato.