“120 anni di Fiom, 1901-2021 la storia continua”, il 26 agosto il convegno

MANTOVA – Giovedì 26 agosto l’Assemblea Generale della Fiom Cgil Mantova celebra i 120 anni della. L’evento, in programma nell’aula magna Isabella d’Este, dal titolo “120 anni di Fiom, 1901-2021 la storia continua” vedrà tra i presenti Marco Massari, Segretario Generale Fiom Cgil Mantova che introdurrà l’argomento della giornata, Alessandro Pagano (Segretario Generale Cgil Lombardia), Antonio Castagnoli (Segretario Generale Fiom Cgil Lombardia), Gianni Rinaldini (Segretario Generale FIOM Cgil 2002-2010 e Luca Trevisan (segretario FIOM Cgil Nazionale) al quale saranno affidate le conclusioni della giornata. Sono previsti anche gli interventi di Delegate e Delegati sindacali e rappresentanti della Società civile.

“Tanti sono gli anni passati – spiega Marco Massari, Segretario Fiom Cgil Mantova – da quando i primi operai hanno cominciato ad organizzarsi in un Sindacato. In più di un secolo di storia la Fiom non ha migliorato solo la condizione salariale delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche quella lavorativa. Il diritto di riunirsi in assemblea, le ferie, i primi 3 giorni di malattia pagati – prosegue Massari – rappresentano solo alcuni esempi di conquiste che troppo spesso si danno per scontate, ma che hanno richiesto molte lotte che sono ancora necessarie per mantenere una condizione continuamente messa in discussione da Federmeccanica e Confindustria”.

Durante il convegno i relatori porteranno la loro testimonianza di come dopo 120 anni “questo sindacato sia ancora qui per difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici”.
Oltre alle celebrazioni ci sarà spazio anche per discutere del Green Pass per accedere alle mense aziendali. “Fermo restando – spiega ancora Massari – l’assoluta convinzione della Fiom e della Cgil tutta, che il vaccino sia lo strumento principale per fronteggiare questa pandemia, va precisato che questo strumento deve essere regolato da Leggi dello Stato e non può essere lasciato in mano alle aziende. Anche perché il sospetto che si voglia partire dalle mense per poi applicarlo come discriminante per l’accesso in azienda al solo fine di ‘rottamare’ i protocolli conquistati, anch’essi a suon di battaglie, sembra tramutarsi sempre più in certezza”.