A Bozzolo, incontro tra genitori e operatori sul tema delle dipendenze

BOZZOLO – ApeDiAscolto: questo il titolo dell’incontro che si è tenuto il 12 dicembre al Circolo Arci di Bozzolo tra genitori e operatori per discutere del tema delle dipendenze. Un tema scelto direttamente dai genitori che dal mese di marzo 2022 si riuniscono, presso il Consultorio della Casa di Comunità di Bozzolo, insieme ad un gruppo di assistenti sociali appartenenti al Comune di Bozzolo (Cosimo Malvaso), allo SMI dell’Arca di Ospitaletto (Veronica Peschiera), al Consultorio (Federica Giacomazzi) e al SERD dell’ASST (Erika Martineli) al servizio tutela minori dell’Azienda Speciale Oglio Po (Antonella Missora).

I temi affrontati e richiesti dagli stessi genitori, durante i precedenti incontri, vertevano, sull’uso delle sostanze, effetti delle stesse, prevenzione attraverso la conoscenza dei “campanelli d’allarme”, oltre che a fornire specifiche informazioni circa le modalità con cui riferirsi ai vari Servizi. Le varie domande raccolte e scritte in appositi cartelloni nascevano dal lavoro svolto nei focus group durante gl’incontri realizzati da marzo ad oggi presso il Consultorio della Casa di Comunità di Bozzolo. La presenza di operatori afferenti a Servizi ed enti diversi ha lo scopo di far sentire ai genitori di non essere soli difronte ad eventuali criticità, sia esse per uso di sostanze od altro.

Presenti all’incontro oltre ai genitori e al primo cittadino Giuseppe Torchio,Erika Martinelli (ass.soc SerT Viadana), Elena Bettoni (psicologa SerT viadana). Cosimo Malvaso (ass.soc. comune Bozzolo), Antonella Missora (ass.soc. Tutela Minori Azienda Speciale Oglio Po),Adalgisa DI Micco (psicologa SMI “Il Filo”), Marzia Capoani (psicologa SMI “Il Filo”), Luisa Pagliari (assessore serv soc. di Bozzolo e genitore), il Parroco Don Luigi Pisani

“In questo periodo in cui ci siamo più volte confrontati con le famiglie – spiegano gli operatori – ci siamo resi conto quanto ci sia ancora tanto da lavorare sulla capacità di ascolto dell’altro e della comprensione del suo punto di vista. Per fare questo va innanzitutto va recuperata la dimensione “faccia a faccia”. Non si può parlare di educazione se non ci poniamo l’obiettivo di provare a rammendare le relazioni all’interno dei nostri ambienti. E’ un lavoro difficile ma fondamentale per la salute mentale di tutti. Nessun si salva da solo si diceva durante il covid”.