A Marcaria sindaco e medico chiedono per giorni l’intervento sanitario per un cittadino. Il ricovero dopo una settimana di febbre

A Marcaria sindaco e medico chiedono per giorni l'intervento sanitario per un cittadino. Il ricovero dopo una settimana di febbre

MARCARIA All’ospedale Carlo Poma di Mantova si aspetta il responso del tampone per un cittadino che abita in una frazione di Marcaria. E’ un 43enne ricoverato da giovedì pomeriggio in isolamento nel reparto malattie infettive. Da otto giorni prima del ricovero l’uomo, che vive solo, aveva la febbre alta e da mercoledì scorso la temperatura era salita ancora.
E’ stato portato al Poma in ambulanza dopo che il suo medico di medicina generale e il sindaco, avvertite le autorità sanitarie, avevano informato delle condizioni dell’uomo. Ma la vicenda si è complicata giorno dopo giorno.
A far temere per un possibile contagio, oltre ai sintomi, il fatto che il 43enne aveva partecipato l’8 febbraio scorso a uno spettacolo a Codogno e nel gruppo di danza di cui fa parte, che era partito dalla provincia di Parma, altre due persone erano già risultate positive al virus. Dopo la serata a Codogno il gruppo si era ritrovato nei giorni successivi per una cena.
Le condizioni dell’uomo, a quanto pare con febbre da giovedì 20 febbraio, si sarebbero aggravate con il passare dei giorni. L’emergenza poi sarebbe scattata martedì quando il 43enne non ha risposto al cellulare per diverse ore, al punto che il suo medico Fabio Grandi e il sindaco di Marcaria Carlo Alberto Malatesta, hanno fatto inviare a casa sua un mezzo dei vigili del fuoco.
Medico e sindaco, con grande senso di responsabilità, hanno seguito da subito i protocolli affinchè il paziente venisse ricoverato ma pare che non sia stato così semplice riuscire a concretizzare la cosa.
Il paziente infatti venerdì 21 ha avvisato il medico curante di avere la febbre e, dal momento che ha spiegato di essere stato nei giorni precedenti a Codogno, è stato subito messo in isolamento volontario come da protocollo Ats.  Sabato 22 ha ricevuto la telefonata dall’Ats di Parma che lo informava della positività di due componenti del suo gruppo e gli preannunciava una telefonata dell’Ats di Mantova.
Lunedì 24 gli agenti della polizia locale passano da casa sua per una notifica. Lui non apre dicendo giustamente che è in quarantena. A quel punto viene informato il sindaco Carlo Alberto Malatesta che provvede subito a fare la comunicazione formale all’Ats locale.
Si arriva così a martedì, giorno che culmina con l’arrivo dei vigili del fuoco. Riattivati i contatti, Malatesta la sera si informa con il paziente su cosa l’Ats gli abbia riferito ma lui risponde che non è ancora stato contattato.
Mercoledì il sindaco si attiva dunque con la Prefettura per far si che il suo cittadino possa finalmente ricevere l’assistenza dovuta. Nel pomeriggio Malatesta viene contattato dall’Ats che gli comunica l’intervento a casa del 43enne per giovedì. Ma la mattina trascorre ancora senza vedere nessuno.
Sindaco e medico curante, che fin dall’inizio della vicenda hanno attivato quindi tutti i protocolli previsti, sono sempre più preoccupati e a quel punto il dottor Grandi chiama in Regione minacciando di chiamare lui stesso un’ambulanza e far trasportare l’uomo in ospedale sotto la sua diretta responsabilità.
Finalmente così, dopo qualche ora arriva l’ambulanza e il paziente viene ricoverato al Poma dove gli viene fatto il tampone e si cerca da subito di abbassargli la febbre. Ma è passata una settimana da quando questa è comparsa e giorni da quando Ats è stata informata del caso.