Abbattimento cinghiali, Coldiretti plaude al via libera della Corte di Cassazione. In provincia il maggior numero di indennizzi

MANTOVA – Via libera dalla Corte Costituzionale all’abbattimento dei cinghiali che, con l’emergenza Covid, si sono moltiplicati in Italia raggiungendo i 2mln di esemplari e mettono a rischio la sicurezza delle persone nelle città e nelle campagne, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono pericolosi diffusori di malattie come la peste suina.

Una sentenza per cui arriva il plauso di Coldiretti. In provincia di Mantova la presenza di ungulati, seppure numericamente inferiore rispetto alle zone appenniniche e collinari, ha causato danni ingenti. Le richieste di danni da fauna selvatica presentate nel corso del 2020 hanno toccato i 2.100.000 euro quale valore ammissibile, a fronte di una disponibilità finanziaria di 1.130.000 euro. In Lombardia, in particolare, la provincia di Mantova è quella che ha presentato la maggiore richiesta di indennizzi.

La sentenza della Corte Costituzionale. “Nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana di alcune associazioni ambientaliste la suprema corte ha riconosciuto – spiega Coldiretti – che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro”

Un aumento di esemplari che sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti.

Secondo l’indagine di Coldiretti/Ixè, oltre 6 italiani su 10 (62%) hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.