Al Poma i pazienti Covid continuano a migliorare con il plasma. Ma sono rimaste solo 50 sacche. Servono donatori

MANTOVA – Terapie intensive ancora piene all’ospedale Carlo Poma di Mantova con i quattro letti in Rianimazione occupati e così i cinque nell’Utir (Unità terapia intensiva respiratoria) della Pneumologia dove negli “ultimi giorni – come spiega il primario Giuseppe De Donno – un paziente è stato trasferito ai subacuti e un altro alle malattie infettive” ma subito i letti sono stati occupati da altri due pazienti Covid in serie condizioni”.
E intanto è stata riattivata anche la terapia intensiva a Pieve di Coriano.
Tutti i pazienti dell’Utir della pneumologia del Poma hanno ricevuto il plasma iperimmune e questo, come già era accaduto nella Fase 1 la scorsa primavera, si è tradotto con un miglioramento generale delle loro condizioni.
Di plasma a Mantova, capofila con Pavia della prima sperimentazione della terapia nei pazienti Covid poi riconosciuta a livello europeo, se ne è usato molto per i pazienti ricoverati, anche in alcuni casi per uso compassionevole. E poi c’è il progetto Tsunami che ” al momento vede cinque pazienti arruolati – continua De Donno – e il cui protocollo prevede tre sacche per ogni paziente”. La media invece a Mantova è di due sacche per ogni malato.
Tutto questo si è tradotto in un calo del numero di sacche disponibili: oggi ce ne sono cinquanta e, dal momento che la media è di due per ogni paziente, è facile intuire che c’è bisogno di donazioni di plasma. 
L’appello dunque per coloro che sono stati positivi al Covid è di donare il plasma perchè il loro gesto può salvare delle vite umane.
Si può donare rivolgendosi all‘Avis o al Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (SIMT) di Mantova, diretto dal primario Massimo Franchini
e-mail:simt.mantova@asst-mantova.it