Allarme sicurezza a Mantova: commercianti esasperati, famiglie in fuga dal centro

MANTOVA – La paura è ormai dilagante tra i commercianti di Mantova al punto che alcuni di loro, nel commentare l’arresto di ieri di un cittadino tunisino fermato dopo che aveva seminato il panico in città con un coltello, chiedono di rimanere anonimi. Il timore è che possano subire ritorsioni contro le loro attività.

CHAT TRA COMMERCIANTI PER AVVERTIRE DI PERICOLI 

«Mantova è cambiata – dichiara un negoziante – ormai situazioni come quella accaduta ieri sono all’ordine del giorno». Un altro commerciante conferma questa percezione, raccontando che l’episodio di ieri ha scosso profondamente chi lavora in centro. Daniela, dipendente di una pizzeria al taglio, spiega: «ci siamo accorti del trambusto, ma avevamo clienti da servire e non siamo riusciti a capire bene cosa stesse accadendo. Come ci sentiamo riguardo alla sicurezza? Le dico solo che abbiamo creato una chat tra commercianti, dove ci aggiorniamo in tempo reale su quanto succede: se qualcuno subisce un tentato furto, avvisa subito gli altri. I malintenzionati sono quasi sempre gli stessi. Da noi, ad esempio, pretendono la pizza gratis e, se non la ottengono, come minimo ti insultano».

LE FORZE DELL’ORDINE ANCHE QUANDO PRESENTI HANNO LE MANI LEGATE

Anche Erica, titolare di un locale poco distante, racconta di aver saputo dell’episodio solo a posteriori: «ieri non ero presente, ho letto solo dopo cosa era successo. Mantova è cambiata, non ci sentiamo più sicuri. Per una donna, in particolare, il centro è diventato pericoloso. Vedo pattuglie della Polizia Locale sia a piedi che in auto, ma non possono essere ovunque. Lo sappiamo che episodi del genere possono accadere, ma la paura è tanta». Anna, titolare di un altro locale nel centro storico, aggiunge: «abbiamo visto le volanti, sentito le sirene, ma era l’ora di pranzo e ci stavamo occupando dei clienti. Molti ci chiedevano cosa stesse succedendo, ma lo abbiamo scoperto solo dopo. Certamente Mantova non è più quella di una volta. I problemi li creano sempre le stesse persone: le forze dell’ordine sanno chi sono, ma purtroppo non possono intervenire più di tanto».
C’è anche chi prova a vedere qualche segnale positivo. «La situazione mi sembra leggermente migliorata: da quando c’è una pattuglia fissa tra piazza Erbe e piazza Broletto mi sento un po’ più tranquillo -commenta un negoziante – È brutto da dire, ma ormai ci stiamo abituando a episodi come questo». Una sua collega, invece, offre un confronto con altre realtà: «io vengo da una città molto più pericolosa, per cui Mantova, al confronto, mi sembra ancora abbastanza tranquilla. Tuttavia, sento sempre più spesso dire da chi ci vive da anni che è molto cambiata».
C’è poi chi sottolinea che il problema non è la presenza delle forze dell’ordine, ma i limiti entro cui devono agire. «Ho assistito a scene assurde – racconta un altro commerciante – con agenti che potevano solo dire “questo non si fa”. Il ragazzo si è messo a ridere in faccia al poliziotto, tanto sapeva che non avrebbe subito conseguenze. Anche se mettessimo un esercito per strada, se non hanno strumenti per intervenire, serve a poco».

RESIDENTI COSTRETTI A CAMBIARE ABITUDINI 

Non solo i commercianti, ma anche alcuni residenti del centro storico iniziano a sentirsi in pericolo. Una giovane coppia racconta: «ci siamo trasferiti in centro perché ci piaceva l’idea di vivere nel cuore della città. Ma ora, quando rientriamo a casa la sera dopo il lavoro, abbiamo paura. Non abbiamo un parcheggio vicino, e camminare a piedi ci mette ansia. Per questo stiamo valutando di trasferirci nell’hinterland». Un altro residente, che vive da trent’anni in centro storico, conferma: «Mantova è cambiata. Una volta si poteva uscire tranquillamente la sera, adesso non più. Dopo una certa ora non c’è quasi nessuno in giro, a parte gruppi di ragazzi poco raccomandabili che ti fissano, ti prendono in giro. C’è davvero da aver paura». Infine, c’è chi evidenzia un’altra preoccupazione:
«Il problema è che, anche se chiami le forze dell’ordine, non possono fare molto. E poi c’è il rischio che quelli tornino e si vendichino, magari danneggiando auto o moto. Quindi o ci rassegniamo o ce ne andiamo».

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