Ance: l’edilizia vede la luce in fondo al tunnel ma sulle grandi infrastrutture le criticità sono ancora molte

Ance: l'edilizia vede la luce in fondo al tunnel ma sulle grandi infrastrutture le criticità sono ancora molte

MANTOVA – Gli imprenditori vedono finalmente la luce in fondo al tunnel. A dirlo ieri durante l’assemblea provinciale dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) il presidente Attilio Scacchetti il quale ha spiegato che “dopo il 2020, con il settore delle costruzioni che ha perso il 10% degli investimenti, le previsioni del centro studi Ance risalenti al febbraio scorso, segnalavano un rimbalzo dell’8,6% che allora poteva sembrare ottimistico ma che ora forse rischia di essere sottostimato”.
A contribuire a questo trend “il superbonus, soprattutto se gli adempimenti amministrativi verranno radicalmente semplificati e se l’orizzonte temporale di applicazione verrà esteso quantomeno al 2026”.
Ma Scacchetti, ha ribadito anche “la cronica criticità del settore rappresentato dalla carenza di figure professionali tecniche e manodopera  qualificata in grado di presidiare i vari cantieri e di far fronte alle nuove opportunità di lavoro”.
Un comparto dunque in ripresa quello edile ma che deve confrontarsi però con criticità importanti quando si avventura nel complicatissimo universo degli appalti delle infrastrutture, tema quest’ultimo al centro dell’assemblea di ieri tenutasi nella sede di Confindustria Mantova in via Portazzolo.
Dal confronto. moderato dal direttore di Rai Emilia Romagna Fabrizio Binacchi, è emersa infatti una notevole preoccupazione per tutto ciò che va oltre gli annunci dei miliardi delle risorse del Pnrr. “In Italia, per le opere da oltre 100 milioni di euro  si concludono in media in 15 anni. Servono in genere 2 anni e mezzo solo perché la stazione appaltante pubblichi l’appalto mentre oggi l’Unione Europea ci chiede di spendere 108 miliardi in infrastrutture entro il 2026” ha spiegato il presidente di Ance Nazionale Gabriele Buia il quale ricorda anche come “saranno 101 le opere affidate a 42 commissari distinti, per un totale di 96 miliardi di euro di cui ad oggi stando alle stime Ance, solo 41 miliardi risultano già disponibili”
Secondo Buia “la necessità di nominare commissari per la realizzazione delle opere pubbliche in Italia rappresenta il fallimento delle leggi dello Stato”
Alla luce di questa situazione “solo le imprese strutturate e dotate delle competenze necessarie potranno lavorare ai cantieri del Recovery, si parla di 2-3 imprese a livello nazionale in grado di realizzare opere da 500 milioni di euro in su”.
Senza dimenticare, come sottolineato dal presidente Ance Lombardia Tiziano Pavoni. la difficoltà dovuta “alla mancanza di personale per queste partite all’interno delle Pubbliche amministrazioni”.
Insomma “una sfida importante quella che il Paese si sta assumendo con il Recovery”, come ha evidenziato collegato in streaming il vice ministro alla Infrastrutture Alessandro Morelli, ma una sfida che nasce in un contesto senz’altro non facile.
E del resto la stessa Mantova attende che “i 297 milioni di euro del Piano Lombardia si trasformino in cantieri” ha ricordato il presidente provinciale di Confindustria Edgardo Bianchi ma è una “attesa che dura da anni per molte di queste opere” ha ricordato l’assessore al territorio del Comune di Mantova Andrea Murari. 
Tutto questo mentre gli indici della dotazione infrastrutturale complessiva della nostra provincia ci collocano al penultimo posto in Lombardia.
Da qui l’appello di Scacchetti alla politica mantovana: “questi progetti avranno orizzonti anche più lunghi della durata dei mandati politici…cerchiamo di non guardare ai ritorni immediati, in termini di voti o di gradimento personale, ma diamo la priorità a progetti che siano significativi per la collettività. Un ulteriore invito rivolgo alla classe politica, a tutti i livelli: è un discorso che ci facciamo da anni, ma dal quale scaturiscono molti dei problemi che abbiamo, anche in termini di risorse per il mantovano. Il nostro territorio è poco rappresentato nelle sedi politiche. Non ripetiamo, quindi, gli errori del passato, errori che non ci hanno fatto cogliere momenti favorevoli nei quali di risorse a disposizione per Mantova ce n’erano e che ci ha relegato negli ultimi posti della graduatoria dei valori per investimenti infrastrutturali” conclude il presidente di Ance Mantova.

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