Anpi Mantova, guerra in Ucraina: “L’Onu come forza di pace non può rimanere indifferente”

MANTOVA – “Questa guerra sta distruggendo un paese il cui Governo è stato eletto democraticamente. Si attaccano valori su cui è nata anche la nostra Repubblica e che costituiscono il fondamento dell’Europa: la libertà, la democrazia e la convivenza pacifica. Vengono bombardate molte città con spargimento di sangue tra civili, donne e bambini che stanno cercando di resistere alla brutalità degli assalti militare da ogni parte del paese. Migliaia di profughi abbandonano le proprie case che bruciano, terrorizzati da questa assurda aggressione. Non possiamo accettare la guerra in Ucraina e non vogliamo giustificarla, come tutte le guerre che sono sparse in nel mondo. Non ci sono diritti legittimi da rivendicare, ma potere che si vuole esercitare su un popolo che, come tanti altri dell’est e dell’ex Unione Sovietica dopo la caduta del muro di Berlino, vuole scegliere l’Europa”, così la Sezione Anpi Cgil Mantova “Giuseppina Rippa- Vittorio Veronesi” in merito all’invasione ed all’attacco armato della Russia alla Ucraina iniziato il 24 febbraio.

“L’art. 11 della nostra Costituzione – continuano dall’Anpi – dichiara che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Noi chiediamo che la guerra finisca al più presto e che si possa tornare alla pace e a una convivenza tra popoli che si possono confrontare con lo strumento democratico del dialogo. Sono già passati troppi giorni e ogni ora di guerra porta morte e distruzione che rimarranno impressi nelle menti delle popolazioni civili che ne stanno pagando il prezzo più alto. L’Onu come forza di pace non può rimanere indifferente, deve riportare la Russia sulla strada del confronto pacifico, chiamare Putin ad accettare la liberà dei popoli sovrani e acconsentire anche il dissenso interno che in questi giorni viene represso violentemente. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, anche in Italia tutti i partigiani e i fascisti hanno dovuto restituire le armi e ricostruire con la pace un futuro per l’Italia, la stessa pace che noi chiediamo oggi anche per i popoli ucraino e russo. Lasciamo le armi e la guerra, coltiviamo la pace per un
futuro di speranza”.