MILANO – La Giunta di Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore all’Ambiente e clima Raffaele Cattaneo, il Programma Regionale Energia Ambiente e clima (Preac). Questa delibera, a valle della Valutazione Ambientale Strategica (Vas), conclude il percorso di approvazione del Programma Energia Ambiente e Clima (Preac), che costituisce il quadro di riferimento delle politiche regionali per l’energia e la mitigazione dei cambiamenti climatici.
“Il Preac – ha affermato Cattaneo – incrementa l’autonomia energetica della Lombardia, investe sulle fonti rinnovabili, riduce le emissioni climalteranti, in linea con gli obiettivi energetici del ‘Fitfor55’e di ‘Repower Eu”. Il Programma Regionale Energia Ambiente e clima (Preac) è il documento fondamentale che descrive la traiettoria della transizione energetica in Lombardia al 2030. Coniuga la prospettiva della transizione energetica verso le fonti rinnovabili sia come strumento di mitigazione dei cambiamenti climatici (per ridurre le emissioni dei gas climalteranti), sia come scelta strategica, tenendo conto delle condizioni particolari che si sono venute a creare nell’ultimo anno, sul fronte energetico e politico-internazionale. Il programma insiste su due direttrici: una riduzione dei consumi energetici e iniziative di efficientamento energetico (prevediamo una riduzione del 35% dei consumi) e contemporaneamente investimenti sulle fonti rinnovabili, con particolare attenzione al fotovoltaico, che devono più che raddoppiare.
“Un programma – ha spiegato Cattaneo – fortemente orientato a fare delle sfide ambientali un elemento determinante della competitività e della capacità di innovazione del sistema economico lombardo. Il Preac ha una duplice responsabilità: da un lato costruire basi solide perché l’economia della nostra regione colga le opportunità green per dare nuovo slancio agli impegni per contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell’aria; dall’altro supportare il ruolo da protagonisti che la Lombardia vuole avere nelle iniziative di economia circolare”.
Nel Preac sono stati valorizzati i territori locali, le loro vocazioni e le loro risorse, secondo il principio della sussidiarietà e della compartecipazione del territorio agli obiettivi di sostenibilità per il contrasto dei cambiamenti climatici e la transizione del sistema energetico. Riduzione dei consumi energetici, sviluppo delle rinnovabili, crescita del sistema produttivo, iniziative di sviluppo e ricerca al servizio della decarbonizzazione e della green economy, fino alla risposta del sistema economico e sociale lombardo ai cambiamenti climatici, secondo una forte azione comune tra le istituzioni, gli enti locali e il sistema economico e sociale.
Nel contesto di una forte spinta per la diffusione delle fonti rinnovabili, il Preac prevede un consistente incremento dei sistemi a pompe di calore e del fotovoltaico, che dall’attuale 5% rappresenterà più del 16% del contributo delle rinnovabili alla copertura dei consumi di energia finale. Le biomasse legnose, a loro volta, rappresenteranno un contributo pari a circa il 20%. A seguire, il biometano – per cui si attende uno sviluppo significativo – e il biogas, che complessivamente garantiranno il 13% di copertura. Il fotovoltaico avrà una penetrazione massiccia, corrispondente all’installazione sul 10% delle coperture disponibili e giocherà un ruolo trainante anche nell’ambito della creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Sul fronte del patrimonio edilizio, il Preac propone misure emblematiche per la riqualificazione energetica del patrimonio costruito: per l’edilizia pubblica, in particolare, spiccano le prospettive di riqualificazione energetica degli immobili dei Comuni, dell’edilizia scolastica e dell’edilizia residenziale. “Questo documento – ha concluso Cattaneo – è il frutto di un lavoro approfondito dal punto di vista tecnico e politico di confronto con il territorio e con i soggetti interessati e descrive una traiettoria di transizione energetica concreta, equilibrata, ambiziosa e realista e rifugge da un approccio ideologico, che non sarebbe compatibile con la realtà lombarda. E dunque, rappresenta uno degli strumenti che delinea la messa a terra degli obiettivi di sostenibilità, secondo l’impronta politica del governo di Regione Lombardia”.