Asili Nido, Assonidi- Confcommercio: “Le istituzioni ascoltino chi opera nel settore. Meglio non aprire senza un protocollo serio”

MANTOVA – Assonidi Confcommercio Mantova, l’associazione degli asili nido e scuole d’infanzia privati della nostra provincia, fa chiarezza sugli annunci diffusi in questi giorni su possibili prossime aperture degli asili nido.

Le strutture inquadrate – spiega Assodini nella nota diffusa oggi pomeriggio –  sono perfette alla vista spazi recintati, lettini separati un metro, corde corrimano che indicano i percorsi, sedute singole o lontane ai tavoli. Tutte predisposizioni che seguono la linea dei protocolli sanitari ma sono incompatibili con le esigenze dei bambini della fascia d età 0-3. Gli utenti dei nidi sono bimbi in fase esplorativa e orale, per conoscere usano i sensi e portano tutto alla bocca, si arrampicano e cercano di evadere ogni barriera perché hanno sete di conoscenza e scoperta, hanno bisogno di abbracci e conforto, hanno bisogno di rapporti umani. Questi aspetti non possono soccombere sotto il peso di continue negazioni,  limitazioni o peggio ancora, distanze. Provocherebbero danni ancor più grandi e profondi  dal punto di vista emotivo e psicologico ed andrebbero ad aggiungersi al disagio vissuto dai piccoli in questo periodo”.

A questo si aggiungono le discussioni sul triage all’ingresso, sui termoscanner, maschere e tute protettive, braccialetti che vibrano e questo per Assonidi è come parlare di un luogo di reclusione  più che di un asilo nido.

“Il Governo – prosegue la nota – sta decidendo del  futuro delle nostre attività e delle nostre famiglie senza un minimo di concertazione con chi rappresenta la categoria. Per questo chiediamo a chi ci governa di ascoltare il nostro forte e competente richiamo: serve tempo per gestire al meglio e con maggiori sicurezze i delicati aspetti che caratterizzano il nostro lavoro a partire dalla tutela delle esigenze dei soggetti coinvolti (bambini, educatrici e famiglie) e con attenzione alla  sostenibilità economica di imprese già fragili”.

Che aggiunge “Finché non sarà possibile somministrare un test a educatori e famiglie non possiamo riaprire in sicurezza. Noi ci dobbiamo indebitare ancora di più per riaprire, ma dobbiamo avere la certezza che tutti facciano il proprio dovere e rispettino le regole. Forse ha senso aspettare un mese in più ma avere più garanzie dal Ministero della Salute“.

“Questo settore – conclude la nota – non ha bisogno di sperimentazioni, ma di un serio protocollo, realisticamente attuabile, che tenga conto prima di tutto della sicurezza dei nostri bambini e, a cascata, delle loro famiglie, e degli educatori. E occorrono con la massima urgenza aiuti strutturali alle imprese fino al termine di questa emergenza”.