MANTOVA – Centri vaccinali, Asst Mantova vuole fare chiarezza.
E così il direttore generale Raffaello Stradoni, che già ieri aveva spiegato a Mantovauno come l’obiettivo sia quello di avere sia grandi hub che centri più piccoli, oggi entra nel dettaglio delle operazioni, rispondendo così anche ai sindaci del basso mantovano che hanno lamentato di essere stati sollecitati da Asst a individuare delle strutture e ad adeguarle per farle diventare dei poli vaccinali e poi essere stati dimenticati (vedi:I sindaci: “abbandonati sui poli vaccinali”. Asst: “vogliamo mantenerli e gestire noi le prenotazioni”. Torchio: “Bozzolo pronta anche con un grande hub” ).
“Quanto ai timori apparsi negli ultimi giorni rispetto al tipo e consistenza dei centri vaccinali credo che sia opportuno fare un po’ di chiarezza. Il progetto, sia nazionale che regionale, punta a costruire una rete di base di centri vaccinali massivi in cui concentrare la gran parte della popolazione per conseguire l’obiettivo di somministrare un gran numero di dosi in un tempio più contenuto possibile” dichiara Stradoni
” Una rete di questo tipo è indispensabile nelle aree ad alta concentrazione di popolazione. Ad oggi a livello nazionale siamo già in grado di somministrare 250.000 dosi die e il generale Figliuolo punta a 500.000, obiettivo raggiungibile che consentirebbe di vaccinare tutta la popolazione italiana target in circa 100 giorni. Anche Regione Lombardia si è indirizzata, come altre regioni, su questa linea appoggiandosi alla piattaforme di Poste Italiane, che diventerà operativa dopo il fine settimana del 10/11 aprile. In questa fase, anche per non appesantire un sistema così complesso, si è scelto che le prenotazioni con questa piattaforma siano indirizzate solo su grandi e medi hub” continua il direttore generale
“Nelle aree lombarde in cui la popolazione è meno addensata, oltre a garantire la possibilità di accesso ad almeno uno di questi macrocentri entro un raggio di 30-35 km, Regione Lombardia ci ha comunicato che i piccoli centri, così come le aggregazioni dei medici di Medicina Generale che operano in gruppo, potranno affiancare la “spina dorsale” dei centri massivi sopra descritta, appoggiandosi su un sistema di prenotazione a livello locale/provinciale. Nella nostra provincia i cittadini potranno quindi godere di una doppia opportunità: aderire ad un centro massivo sopportando il disagio di un trasferimento automobilistico, oppure scegliere una soluzione di prossimità, legata tuttavia a disponibilità e tempi connessi con ogni singola situazione. Quindi, in conclusione, i centri vaccinali minori, esaminati e autorizzati, potranno essere aperti, compatibilmente con le dosi che saranno disponibili, in vista della possibile loro utilizzazione quali centri ausiliari e complementari, con impegno di risorse locali aggiuntive rispetto a quelle impegnate nei centri maggiori” continua Stradoni
“Ovviamente, ribadisco, tutto ciò sarà possibile solo disponendo di adeguate dosi di vaccino; già da metà aprile le consegne sono in aumento e la recentissima indicazione dell’arrivo di circa tre milioni di dosi induce a ritenere che questo sarà realizzabile. Dobbiamo continuare a lavorare assieme per essere pronti sia con i centri massivi che con quelli di prossimità. Già questa settimana abbiamo in calendario incontri con i MMG (150 circa) che hanno dato disponibilità alla vaccinazione sia domiciliare che in stutture prossime ai loro ambulatori. Questa stessa settimana saremo contattati dai tecnici di Poste Italiane per configurare la piattaforma e definirne le modalità di addestramento per il corretto uso” conclude il direttore