Baroni (Fi) all’apertura dell’anno giudiziario: “C’è il tentativo di far soccombere lo Stato di diritto”

BRESCIA – Con una solenne cerimonia presso il Palazzo di Giustizia di Brescia si è inaugurato ieri l’anno giudiziario. Il presidente della Corte d’Appello, Claudio Castelli, ha letto la propria relazione alla quale sono seguiti gli interventi istituzionali di Ilaria Pepe per il CSM, Mauro Vitiello per il Ministero della Giustizia, il mantovano Marco Martani, procuratore generale della Repubblica presso la corte d’appello (il quale, pur non lesinando critiche alla magistratura, ne ha rivendicato autonomia e indipendenza) e Fausto Pelizzari, presidente del consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brescia; unico intervento non critico quello del funzionario del dicastero della Giustizia, in rappresentanza del ministro Bonafede. Subito dopo si è aperto un dibattito che ha messo in luce criticità e problemi della giustizia civile e penale, indicando strade da percorrere e correttivi da prendere per emendare il sistema. Tra gli interventi, alcune voci mantovane: il magistrato onorario Livia Anghinoni (Federmot) e l’avv. Alessandro Piccinini (associazione Giovani avvocati) oltre alla deputata di Forza Italia Anna Lisa Baroni che, tra le cause della crisi della giustizia penale, vede “il tentativo di far prevalere lo Stato etico sullo Stato di diritto, che invece i parlamentari dell’opposizione intendono difendere con forza. Le tutele costituzionalmente garantite sono prevaricate oggi dall’entrata in vigore di mostruosità giuridiche come l’agente provocatore, l’eliminazione della prescrizione, la confisca anche a fronte di reati finanziari di scarsissimo valore”. La parlamentare azzurra ha concluso con un richiamo a tutte le parti in causa affinché “si torni alla razionalità della legge e dell’amministrazione della giustizia, che devono prevalere sugli istinti e le passioni”.