Baschieri (Fi): “Baby gang a Mantova, oltre al pugno duro serve anche un progetto di recupero sociale dei minori”

MANTOVA – “Se fossimo a Milano forse non ci faremmo nemmeno caso, ma a Mantova i continui episodi di microcriminalità dovuti al ripetersi di azioni criminose da parte di minorenni e di giovanissimi maggiorenni inizia a preoccupare le famiglie”. A dirlo è il consigliere comunale di Forza Italia Pierluigi Baschieri, che commenta i recenti fatti di cronaca, che riguardano i giovanissimi nella nostra città.
“Il fenomeno delle baby gang è esistente in tantissime realtà urbane – spiega Baschieri -, a far riflettere è il fatto che ad essere implicati non ci sono solo figli di immigrati ma anche giovanissimi di tutti i ceti sociali. Risse, furti, atti di vanadalisimo e minacce sono intollerabili per una piazza così piccola in cui ci sono oltre 450 telecamere per videosorvegliare il territorio. Deterrente non sufficiente quello della videosorveglianza per giovanissimi consapevoli della loro impunibilità”.

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“Tutte le inizative criminali – prosegue l’esponente azzurro – si sono verificate nel centro cittadino a dimostrazione che questi baby criminali non hanno alcun timore delle istituzioni. Mi rivolgo principalmente agli Assessori Rebecchi per la sicurezza urbana e Caprini per il welfare: serve sicuramente il pugno di ferro per individuare gli autori dei ripetuti reati ma serve anche un progetto di reupero sociale. Sono giovani spesso abbandonati a loro stessi ed al loro destino che non hanno alternative alla strada. Troppo soli e troppo distanti dalla scuola. Saremo anche alla fine del mandato amministrativo del centro sinistra ed impegnati con le rispettive campagne elettorali, ma la politica non può e non deve nascondere la testa sotto la sabbia di fronte al disagio minorile. In questi anni è cresciuto in maniera esponenziale, non è un caso l’innalzamento del numero di minori seguiti dal Consorzio Progetto Solidarietà Sociale.
E’ per questo che chiedo di costruire sin da subito un progetto che coinvolga i giovanissimi che si sono resi protagonisti di questi fenomeni di devianza sociale, le loro famiglie, le rispettive scuole (se frequentate) ed i servizi sociali/minorili. Unico obiettivo recuperare ragazzi che un domani potrebbero andare ben oltre ai reati legati alla microcriminalità”.