Bertolini (Utp): “Per la ripartenza del trasporto pubblico coinvolgere i rappresentanti dei pendolari”

Andrea Bertolini, Utp

MILANO – Nelle nuove vesti di Dirigente della Segreteria Regionale dell’UTP Lombardia, Andrea Bertolini si pone parecchi dubbi sui protocolli a cui dovrà attenersi il settore del Trasporto Pubblico nella Fase 2, ormai pronta a partire.

“Stiamo entrando, dopo diverse settimane di blocco, nella prossimità della cosiddetta Fase 2, in vista di un ritorno, che sarà progressivo, alla normalità.  Per il trasporto Pubblico, fioriscono ipotesi e richiami a “cabine di regia”.  Ma come raggiungere le attività riaperte garantendo la giusta disponibilità di mezzi ed in sicurezza? Se le ipotesi di questi giorni porteranno davvero ad un allargamento (ma in che tempi, con che modalità?)  della vita lavorativa nell’arco della giornata (si parla di ingressi anticipati per gli uffici e posticipati per le scuole) la comune aspettativa è che l’arco di servizio sia garantito in maniera adeguata e senza rischi per nessuno.

Ora leggiamo sul quotidiano “Il Giorno” del 17 aprile un’intervista all’AD di Trenord Piuri in cui, sostanzialmente, si parla di passare a maggio dal 40% attuale al 60% del volume di servizio, con una occupazione di circa il 40% della capienza.  Quel 60% messo lì così è, speriamo vivamente, un’ipotesi come le altre e nulla più visto che come ammette Piuri stesso, non abbiamo certezze su come verrà riorganizzato il nostro quotidiano”

LE PUNTUALIZZAZIONI DI UTP

“Innanzitutto Piuri parla di una capienza ridotta al 40%. Altre stime basate sulla distanza di un metro riducono la capacità dei mezzi, treni ma anche autobus, a 1/5  del valore nominale, ovvero della metà di quanto dice Piuri, per cui non vorremmo che avesse fatto i conti senza l’oste. Ma soprattutto non deve passare il concetto che sia Piuri a decidere, dando tutto per pacifico e scontato, quanta percentuale dell’Azienda debba essere riattivata o meno, visto che è Trenord è un fornitore di servizi la cui titolarità è in capo a Regione Lombardia, casomai sia lui sia quest’ultima se lo fossero scordato.

Già con questa ipotesi che riteniamo minimale, ci chiediamo ad esempio chi e come garantirà l’accesso ordinato ai treni, quanto questo accesso influirà su eventuali ritardi, e soprattutto come verrà rivisto l’orario a fronte di una probabile espansione degli orari di lavoro verso le prime ore del mattino e le ultime della sera.  Questo ultimo aspetto richiederà più servizi in un arco più grande della giornata: e allora quel 60% potrebbe risultare, anzi con tutta evidenza lo sarà per certo, stimato per difetto. Non tutto sarà smart working, non tutto si potrà spostare di fascia oraria: potremmo trovarci a dover gestire il problema distanziamento sociale ancora nelle vecchie fasce di punta, almeno finché non vi sarà un nuovo paradigma di vita.

Eppure si parla solo tra massimi rappresentanti. Il dibattito, come le possibilità, sono ampie: riteniamo necessario integrare con le nostre informazioni, conoscenze e competenze di prima mano o raccolte dai Viaggiatori della rete lombarda,  quanto si sta avviando per programmare un trasporto ferroviario adeguato.

L’invito, ancora una volta, lo facciamo a Regione Lombardia: siamo la voce dell’ultimo miglio, noi UTP ascoltiamo quotidianamente i ns dirigenti e delegati sparsi per la Lombardia, e ne raccogliamo giornalmente speranze ma anche le legittime paure dei Viaggiatori”.