“Braglia si sentiva minacciato da qualcuno”. Lo aveva detto a due amici, uno già sentito dai carabinieri

MANTOVA – L’incendio della casa di Riccardo Braglia è stato collegato quasi da subito a una causa accidentale. Non è stata ancora individuata con certezza ma l’ipotesi al momento più accreditata è che il rogo si sia sprigionato dalla cucina, forse per un pentolino dimenticato sul fuoco troppo a lungo.
Eppure a Mantova c’è chi ha il timore che le cose siano andate diversamente e, temendo che l’incendio sia stato invece doloso, ieri si è presentato dai carabinieri per rilasciare le proprie dichiarazioni.
Si tratta di un amico di Riccardo a cui il critico e storico dell’arte avrebbe dichiarato di sentirsi minacciato da una persona. Una dichiarazione molto simile l’avrebbe rilasciata mercoledì scorso anche a un secondo amico che saltuariamente gli faceva da autista visto che lui da molti anni non guida. A questi avrebbe detto al telefono che c’era qualcuno che gli voleva far del male, aggiungendo poi che doveva riferigli di una situazione o meglio una persona che lo preoccupava molto ma di cui avrebbe potuto parlargli solo di persona. L’uomo non avrebbe dato più di tanto peso alla telefonata fino a quando non ha letto che la casa di Braglia era stata completamente distrutta da un incendio. Così ha messo a conoscenza della conversazione avuta con Braglia un amico comune. La voce di queste ipotetiche minacce si sono diffuse velocemente. Ieri dai carabinieri è arrivata la prima dichiarazione spontanea che è assai probabile non rimarrà l’unica.

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Braglia è in coma. Salvato uno dei suoi gatti, avvistati anche gli altri tre. Il rogo potrebbe essere partito dalla cucina

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